Entro fine settembre ci sarà la relazione della giunta per le autorizzazioni a procedere; il voto definitivo dell'Aula - a scrutino segreto - entro ottobre
di Maria Alessandra ChertizzaSi riapre la posizione di Giorgia Meloni nel caso Almasri. Il legale di una delle vittime annuncia un esposto contro l'archiviazione, in quanto il premier si è assunta le responsabilità delle scelte del governo. Intanto, la richiesta di autorizzazione a procedere è arrivata alla Camera. A Palazzo Chigi sale l'irritazione per i tempi dell'inchiesta ed è di nuovo scontro con i pm di Roma.
"Nel caso Almasri il governo ha agito a difesa dell'interesse dello Stato", è la sintesi della memoria difensiva inviata al tribunale dei ministri. Nella relazione, Palazzo Chigi evidenzia la sussistenza dello stato di necessità che, sulla base di una norma del codice del diritto internazionale, legittima l'illiceità di una misura per salvaguardare un interesse essenziale dello Stato da un pericolo grave e imminente.
Peculato, favoreggiamento e, solo per Nordio, anche omissione di atti ufficio. Questi i reati ipotizzati per i ministri dell'Interno, della Giustizia e per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, responsabili, per il tribunale dei ministri, di avere ostacolato la giustizia favorendo la fuga del generale libico.
Entro fine settembre ci sarà la relazione della giunta per le autorizzazioni a procedere; il voto definitivo dell'Aula - a scrutino segreto - entro ottobre. L'esito appare scontato: non c'è nessuna possibilità che il centrodestra conceda l'autorizzazione a procedere, è il ragionamento che si fa nei corridoi di Montecitorio.