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Lʼoscura vicenda Metropol: lʼarchiviazione non basta

Logge massoniche, oscuri mediatori, 007 russi: lʼinchiesta sui presunti finanziamenti di Mosca alla Lega si è chiusa 40 giorni fa con la decisione del gip di Milano, che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura.


Ma nei retroscena rivelati dal quotidiano La Verità spuntano particolari inquietanti, che dimostrerebbero come la vicenda sarebbe stata in realtà un "trappolone" per incastrare la Lega. A cominciare dagli stretti rapporti tra l'avvocato Meranda - personaggio al centro di tutta la trattativa - con il giornalista dell'Espresso che poi raccontò sul settimanale i particolari dell'incontro all'hotel Metropol di Mosca.
 
A quell'incontro, avvenuto il 18 ottobre 2018, parteciparono 3 italiani e tre presunti emissari di compagnie petrolifere russe. Ma uno di loro - si scopre ora - era in realtà un pezzo grosso dell'Fsb, il servizio federale per la sicurezza, cioè l'ex Kgb, esperto in opere di disinformazione.
 
Al centro dell'incontro - di cui Meranda registrò anche un audio poi diffuso in rete - sarebbe stata la compravendita di prodotti petroliferi che avrebbe fruttato 65 milioni di dollari per le casse della Lega. Compravendita che non avvenne mai - hanno accertato i magistrati milanesi - come non ci fu alcun passaggio di denaro.
 
Di fronte a queste rivelazioni la lega parla di "macchinazione costruita a tavolino per colpire il partito e Matteo Salvini", annuncia un esposto alla magistratura e chiede l'intervento del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti
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