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Senza rispetto per la privacyDue siti su tre sotto accusa

Secondo una ricerca di Federprivacy, il danno economico è di circa 24 milioni di euro al mese, e potrebbe sfiorare alcuni miliardi in totale

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A chi non è mai capitato di ricevere numerose quanto indesiderate telefonate da società di telemarketing? Spesso accade perché queste hanno ricevuto i dati personali da terzi, senza ottenere però il necessario consenso. Secondo un'indagine condotta da Federprivacy lo scorso agosto, su 2500 siti web appartenenti a enti o imprese italiane, 1690 non hanno rispettato l'obbligo di informare l'utente sul trattamento dei suoi dati personali.

Violazioni costose - Il quadro è preoccupante: l'entità delle violazioni relative ad un solo mese è stimata intorno ai 24 milioni di euro, e considerato che i domini registrati sono 2,5 milioni, il numero potrebbe lievitare facilmente a qualche miliardo di euro. E' un dato stimato sulla base dell'eterogeneità delle realtà presenti sul web, fra cui anche grandi aziende e personalità, come vip o politici.

La testimonianza - "Capita spesso - afferma Nicolò Bernardi, presidente di Federprivacy -, che sui siti dei cantanti, per esempio, si possa compilare un box con i propri dati per mettersi in contatto con loro, ma la privacy non viene rispettata". In questo caso, "le sanzioni potrebbero essere ancora maggiori" continua Bernardi.

Il fatto che le multe possano essere aumentate in relazione alle condizioni economiche, fa sì che il danno possa essere ancora più grande.

La mappa dei siti - I siti web nell'occhio del ciclone appartengono in maggioranza al settore delle piccole e medie imprese (55%), segue quello della salute (17%), poi il settore delle aziende informatiche (7%). In misura minore si trovano le grandi aziende (6%), l'area dell'associazionismo (4%), pubbliche amministrazioni, investigazione, professionisti (3%) e infine beni di lusso (2%). Ma non lasciatevi ingannare dalle percentuali: come precisa Bernardi, il settore delle grandi aziende e delle personalità pesa molto di più del 6% a livello economico, considerata l'entità delle sanzioni che potrebbero essere applicate.