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Riforme, caos in Aula tra insulti e gesti osceni: il voto slitta a sabato

Tutto rimandato per il cuore della riforma, quello che trasforma il Senato in una Camera delle Regioni La giornata minuto per minuto

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Prosegue al Senato tra caos e polemiche il cammino della riforma. La maggioranza supera l'ostacolo del primo scrutinio segreto, bocciando un emendamento di Roberto Calderoli con uno divario di 44 voti. E per tutta la giornata la maggioranza si è mostrata solida. Ma un grave incidente in Aula, un gesto osceno attribuito al Senatore verdiniano Lucio Barani, ha creato caos totale ha fatto slittare a sabato mattina il voto sull'articolo 2 del ddl Boschi.

Il gesto di Barani (ha mimato un rapporto orale verso la M5s Barbara Lezzi), ha indignato le senatrici di M5s e poi degli altri gruppi. Ma anche provocato l'indignazione di Pietro Grasso e Matteo Renzi. E sarà oggetto delle valutazioni disciplinari dell'ufficio di Presidenza del Senato, con il rischio di pesanti sanzioni.

Sin dall'inizio dell'esame delle riforme da parte del Senato, in Aula si sono registrati non solo toni esasperati, ma anche veri e propri insulti, specie da parte dei parlamentari di M5s, verso i senatori di maggioranza, cosa di cui si è lamentato Enrico Buemi con il presidente del Senato Grasso. Per non parlare dei punzecchiamenti della Lega verso i senatori di Ala, il gruppo di Denis Verdini: dal lancio di banconote, ai cartelli esposti nel corso della giornata. E' in questo clima che Barani, capogruppo di Ala, ha fatto un gesto osceno che ha indignato Barbara Lezzi e Paola Taverna ("porco, maiale", ha gridato). Barani ha detto di averlo fatto verso il senatore della Lega Nunziante Consiglio, ma egli è stato accusato di averlo rivolto a Lezzi. L'indignazione ha toccato altre senatrici di altri gruppi che hanno visto il gestaccio, da Erika Stefani, a Cinzia Bonfrisco e Valeria Fedeli. Grasso ha prima sospeso l'aula brevemente, e poi ha convocato per lunedì prossimo l'ufficio di presidenza per esaminare i filmati e eventualmente sanzionare Barani, che ha evitato di ripresentarsi in Aula per allentare la tensione.

Peraltro, anche su sollecitazione di Paolo Romani (Fi), i lavori sono ripresi all'insegna di un clima di fair play pur nel dissenso sui contenuti della riforma. L'incidente ha bloccato di fatto per un ora l'esame degli emendamenti, il che ha impedito l'approvazione dell'articolo 2, con l'emendamento di Anna Finocchiaro che recepisce gli accordi nel Pd e nella maggioranza, che prevede la legittimazione popolare dei futuri consiglieri regionali-senatori. Il voto ci sarà venerdì mattina. Ma la maggioranza ha proceduto comunque per tutta la giornata in modo coeso, sin dalla mattina quando è stato bocciato un emendamento che sopprimeva l'articolo 2 e che, come ha spiegato Finocchiaro, avrebbe fatto cadere l'intera riforma: 176 i "no", 120 si' e 4 astenuti.