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Mattarella prepara nuove consultazioni, poi la carta del governo di "tregua"

Il presidente della Repubblica a due mesi dalle elezioni è pronto a lanciare un appello a metter da parte almeno veti e personalismi per il bene dellʼItalia

Mattarella prepara nuove consultazioni, poi la carta del governo di
lapresse

Il Quirinale considera fondamentale la nascita di un governo e presto scenderà in campo.

Aspetta la direzione del Pd per farsi ufficializzare quanto già si sa da interviste e dichiarazioni Dem e poi domani darà il via a un nuovo giro di sondaggi delle forze politiche. Probabilmente l'ultimo. Dopo di che, in assenza di novità, prenderà l'iniziativa di un governo di tregua che possa almeno arrivare al 2019 salvando la Finanziaria. Ma la possibilità di un voto a ottobre resta in piedi e non è nei poteri del presidente evitarla se Lega e Cinque stelle fossero su quella data concordi.

Costretto dal blocco totale dei partiti su ogni ipotesi di maggioranza, dall'avversione delle forze politiche a ogni logica di coalizione, Sergio Mattarella domani probabilmente farà sentire la sua voce, lanciando un appello a metter da parte almeno per un po' veti e personalismi per il bene dell'Italia. Resta in sfiduciata attesa che queste ultime ore possano portare novità per un governo di legislatura ma quanto vede porta solo a un suo estremo tentativo.

La ratio di queste ultime consultazioni si inserisce nel percorso del presidente di non lasciare nulla d'intentato: cercherà quindi di capire - più probabilmente escludere - se ci sia la possibilità di affidare un pre-incarico a qualcuno che possa avere qualche chance. Un tentativo, si badi bene, da portare avanti sempre nell'ottica di un accordo che garantisca al Colle una maggioranza parlamentare e non certamente per dare corda a un passo nel buio del centrodestra. Troppi sono i seggi che mancano alla coalizione di centrodestra per poter ragionare su un governo di minoranza.

Nulla infatti è mutato nelle considerazioni del presidente che giudica il voto a ottobre pericolosissimo, sia perché replicherebbe le stesse difficoltà di maggioranza, sia perché renderebbe impossibile l'approvazione della Legge di Bilancio 2019 e quindi aprirebbe la porta all'aumento dell'Iva. Anche se le urne ottobrine dessero miracolosamente una maggioranza chiara i tempi tecnici per la formazione di un governo sarebbero troppo lunghi per approvare la Finanziaria. Basta pensare che ci vogliono almeno 20 giorni per la convocazione delle nuove Camere, poi altro tempo per la formazione dei gruppi parlamentari, altro ancora per le Commissioni e solo dopo si potrebbe formare un esecutivo che riceva la fiducia del Parlamento. Saremmo arrivati a fine novembre.

Ecco perché Mattarella, ove tutto fallisse, proverà a formare un governo di tregua spendendo la sua autorevolezza e quella dell'istituzione che rappresenta. Anche le idee che veicolano la possibilità di cambiare la legge elettorale in 15 giorni attraverso modifiche del premio di maggioranza vengono considerate irrealistiche e non costituzionali.