Il pm: "Gestione caotica dei fonti, una telefonata per avere soldi con estrema facilità". L'ex capogruppo: "Tutti mi chiamavano". Dietrofront sulla Polverini: "Sapeva? Mai detto"
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Nel gruppo del Pdl in Consiglio regionale nel Lazio c'era una "gestione caotica" dei fondi, ai quali si poteva "accedere con estrema facilità, anche solo con una telefonata". Questo il quadro che fanno gli inquirenti alla luce degli elementi in loro possesso e in base all'interrogatorio di Franco Fiorito e ai documenti da lui consegnati ai magistrati. L'ex capogruppo fa retromarcia sulla Polverini: "Mai detto che lei sapeva".
"Guadagno più di Monti e Napolitano insieme"
Ospite di Bruno Vespa, Fiorito ha parlato delle cifre "esagerate" di cui poteva disporre. "E' vergognoso che noi utilizziamo somme del genere. Ma dire che ho rubato è una falsità assoluta", ha detto. Poi, incalzato dal giornalista, alla domanda se guadagnasse più del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio messi insieme ha risposto: "Purtroppo sì".
Fiorito, dietrofont sulla Polverini
Queste le parole dell'ex capogruppo secondo quanto filatrato sui contenuti dell'interrogatorio, riguardo alla governatrice del Lazio: "La presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere, poiché si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto, dell'accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall'ufficio di presidenza".
Ma in serata cade tutto. Fiorito dice infatti, parlando ai microfoni di Sky Tg24: "Non ho detto che Renata Polverini non poteva non sapere. Non esiste alcun sistema e ho rendicontato tutto". E ancora: "Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi e non ho paura di andare in carcere perché non c'è motivo di finirci". Per concludere: "Non ho né accusato colleghi, né la Polverini, né fatto dichiarazioni. Io non lo so se lei sa di queste spese, non ne ho mai parlato, peraltro lei ha altri problemi in questo momento. Chiedetelo al presidente della Giunta regionale se sa di queste spese, il presidente del Consiglio regionale sicuramente le conosce visto che è lui a darci questi soldi".
Le dichiarazioni di Fiorito davanti ai giudici
"Tutti i consiglieri regionali del gruppo Pdl chiedevano soldi. Erano diventati insopportabili, una persecuzione. Mi telefonavano continuamente o mi aspettavano fuori dall'ufficio per chiedermi soldi per cene, book fotografici, manifestazioni. Mi sono stati chiesti anche 10mila euro per una cena di 300 persone in locali che non so se potessero contenere tutta quella gente". Sarebbero questo le dichiarazioni dell'ex capogruppo del Pdl Fiorito durante l'interrogatorio degli inquirenti.
L'accordo
Fiorito ha insomma parlato di un vero e proprio accordo di ripartizione dei fondi tra tutti i gruppi del consiglio regionale in funzione della loro consistenza politica. Era prevista l'assegnazione di 100mila euro l'anno a ciascun consigliere per finalità politiche e c'era poi un accordo all'interno del Pdl che raddoppiava o triplicava tale assegnazione a seconda degli incarichi ricoperti. Questo il sistema di divisione dei fondi descritto da Franco Fiorito.
Ai pm le fatture dei consiglieri Pdl
L'ex capogruppo ha poi presentato ai pm le carte relative alle spese di 16 consiglieri regionali del Pdl: si tratta in sostanza dell'intero archivio contabile del Pdl alla Pisana. Nelle due casse consegnate agli inquirenti ci sono documenti e fatture che riguardano colleghi di partito di Fiorito e che, in base a quanto affermato da lui stesso agli inquirenti, sarebbero prove di operazioni inesistenti.
"Il mio assistito - ha detto il difensore del consigliere regionale, l'avvocato Carlo Taormina - ha detto ai pubblici ministeri di indagare, di andare a guardare se a fronte di soldi concessi corrisponde o meno l'organizzazione di un convegno, l'affissione di un manifesto o la pubblicazione di un testo". Fiorito ha poi portato anche i documenti relativi alle sovvenzioni e indennità ricevute da lui stesso. E intanto l'attenzione della Procura si allarga anche a un'altra decina di persone.
Le Fiamme gialle indagano sulla gestione fondi
Al lavoro anche gli uomini delle Fiamme gialle, che da questa mattina si trovano negli uffici della Regione Lazio alla Pisana, dove stanno ascoltando alcuni funzionari dell'ufficio di Presidenza del consiglio della Regione. Gli inquirenti, alla luce di quanto detto appunto da Fiorito, vogliono comprendere in primo luogo le modalità con cui i fondi dei partiti in Regione venivano usati, le procedure e le verifiche nell'assegnazione del denaro.
All'attenzione degli investigatori, delegati dalla Procura, il regolamento in materia. In base a quanto si apprende da fonti giudiziarie, inoltre, il lavoro delle Fiamme gialle riguarderebbe l'intero sistema della gestione fondi e non solo quelli gestiti dal gruppo Pdl.