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Matteo Renzi: "L'Ue è in difficoltà Spending, i tagli li decidiamo noi"

Il premier ringrazia Enrico Letta (che ritorna in Parlamento): "Ha dato importante stimolo in vista semestre europeo"

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"L'Europa vive una fase di difficoltà evidente ai cittadini, e c'è il rischio forte di un'affermazione di partiti populisti". A sostenerlo è il premier, Matteo Renzi, secondo il quale "chi rappresenta un Paese nel Consiglio europeo deve partire da questo fatto". Proprio in merito al vertice Ue, il presidente del Consiglio ha anticipato che la crisi in Ucraina sarà "sicuramente oggetto di approfondimento".

Matteo Renzi: "LʼUe è in difficoltà Spending, i tagli li decidiamo noi"

Renzi ringrazia Letta al suo rientro in Parlamento - "Saluto e ringrazio il presidente Letta", ha detto ancora Renzi alla Camera, sottolineando che il suo predecessore ha dato "un importante stimolo" in vista del semestre europeo dell'Italia. L'ex premier ha preso posto esattamente di fronte a Renzi, al banco normalmente occupato dalla commissione, e non tra i deputati del Pd.

"Ue non ci fa le pulci, siamo su stessa barca" - "E' fondamentale - ha aggiunto il premier - che si esca dalla visione per cui l'Ue ci controlla i compiti o ci fa le pulci. L'Ue non è altro rispetto a noi. E se non saremo in grado di affermare che l'Italia e l'Europa - a dispetto di certa propaganda - non sono controparti ma sono sulla stessa barca,non ci sarà spazio per la politica".

"Facciamo riforme per mantenere promesse" - "Domani al Consiglio europeo - ha continuato, in vista dell'appuntamento di giovedì e venerdì a Bruxelles - proponiamo di considerare il triplice sforzo dell'Italia sulle riforme non come concessione all'Europa per ottenere margini di flessibilità ma come condizione della dignità del dibattito politico. Non concediamo all'Europa ma concediamo a noi stessi di guardarci allo specchio convinti che manteniamo le promesse".

"Diamo alla Ue più di quanto riceviamo" - "Non dimentichiamoci mai che l'Italia dà all'Ue più di quello che economicamente riceve, siamo un contributore attivo". Renzi ha così voluto sottolineare come, tra i motivi del peggioramento del rapporto tra debito e Pil, ci sia anche il contributo dell'Italia al Fondo Salva Stati europeo.

"Riforma del lavoro necessaria anche con innovazioni" - La riforma del lavoro è necessaria, "non è un argomento a piacere che possiamo affrontare o no". Dice Renzi intervenendo alla Camera ricordando come questa riforma ci venga chiesta "dal 42% di giovani disoccupati" e non dall'Europa. "Si è pensato di creare lavoro per decreto e si è fallito. Si è pensato di dare garanzie ai giovani moltiplicando norme e si è nuovamente fallito e ora la disoccupazione giovanile è a livelli atroci", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "Questo spinga il parlamento" ad affrontare la questione anche con temi innovativi.


"Riforma della giustizia è priorità" - "Non possiamo pensare che l'Ue sia il nostro alibi - ha ripreso -, i dati offerti dall'Ue non sono dati della strega brutta e cattiva ma sono dati della nostra debolezza" e per questo "risolvere il problema della giustizia civile è una priorità del nostro Paese".

"Sui tagli decidiamo noi, coperture ci sono" - "Presenteremo la spending review alle Camere. Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi decidere. Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no", ha detto poi parlando dei tagli e delle coperture. "La diminuzione dell'Irpef nelle buste paga di chi guadagna fino a 1.500 euro al mese è solo un primo passo per rivitalizzare il mercato interno ora bloccato", ha aggiunto. Il taglio "a doppia cifra, dieci miliardi, deciso per il cuneo fiscale "deriva da un margine ampio" di copertura che proviene da un intervento sulla spending che presenteremo in Parlamento.

"Il tema del 3% è oggettivamente anacronistico" - "Il tema del 3% nel rapporto deficit-Pil come parametro è oggettivamente anacronistico", ha dichiarato il premier. "Il governo ha immaginato per il pacchetto di riforme coperture molto ampie, molto più ampie rispetto all'impegno fiscale. Non è necessario uno sforamento del 3% con un'eventuale possibile modifica dal 2,6 al 3%".

"Se ci diamo da fare guideremo l'Ue per 20 anni" - All'informativa in Senato, il premier ha dichiarato: "Noi andiamo in Europa consapevoli che abbiamo mille limiti e difficoltà, ma che se l'Italia si dà da dare può ambire alla guida dell'Ue per prossimi i 20 anni e non per sei mesi. Non andiamo con il cappello in mano o a chiedere elemosine".

"Il taglio Irpef non è televendita ma ridà speranza" - "Il taglio Irpef - ha detto ancora in Senato - potrà esser anche giudicato una televendita, ma punta a restituire a chi la crisi l'ha subita sulla propria pelle il minimo diritto a tornare a respirare. Capisco che per qualcuno 80 euro sono poco, ma se sei una maestra o un padre di famiglia, quegli 80 euro fanno la differenza".

"Nessuna paura di rischiare" - E infine, ha detto: "Il governo non ha paura di rischiare il tutto per tutto. Se nei prossimi mesi il Parlamento e il governo cambieranno l'Italia a quel punto potremo cambiare l'Europa".

Al Senato quattro risoluzioni - A Palazzo Madama sono state presentate quattro risoluzioni sulle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 20-21 marzo. La risoluzione di maggioranza è la prima e si limita a dire che approva le dichiarazioni di Renzi. La seconda è a firma di Roberto Calderoli della Lega, la terza è presentata da Sel e dal Movimento 5 Stelle. La quarta è a firma del capogruppo della Lega Bitonci.