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Torino festeggia i 90 anni di Volvo

Il presente si chiama XC60 seconda generazione

Il Salone auto del Parco Valentino a Torino ha celebrato Volvo per i suoi 90 anni di storia.

Passati tra alterne fortune, una nascita un poʼ casuale e gli ultimi anni sotto lʼegida dei nuovi padroni cinesi di Geely. Ma il fil rouge che tiene uniti questi 90 anni è la reputazione in fatto di automobili prodotte, sempre affidabili, robuste e ultra-sicure. Attestata pochi giorni fa anche dalla NHTSA, lʼEnte Usa per la sicurezza stradale.

Perché una cosa è certa e consolidata di questi 90 anni: la lunga storia di Volvo sʼintreccia con quella della sicurezza automobilistica. È a Volvo che dobbiamo le prime cinture di sicurezza, negli anni 50, e sempre da Goteborg arrivano le più geniali intuizioni sulla sicurezza degli ultimi anni. Una storia nata nel 1927 con la ÖV4, un modello con telaio in legno di frassino e faggio, motore 1.9 benzina e ruote con raggi in legno, per una carrozzeria sobria color blu scuro. Ne furono venduti soltanto 275 esemplari, ma tanti ne bastarono ad aprirgli i mercati nordeuropeo e americano.

Il fondatore di Volvo si chiamava Assar Gabrielsson e lavorava alla SKF, nota azienda svedese produttrice di cuscinetti a sfera in acciaio. Un settore che diventerà fornitore importante della nascente industria automobilistica, così lʼintraprendente Assar riuscì a convincere la SKF a investire in un'azienda automobilistica e da un'operazione di spin-off i questa nacque la AB Volvo. A distanza esatta di 90 anni ‒ 14 aprile 1927 la ÖV4 ‒ lo scorso 14 aprile è uscito dallo stabilimento di Torslanda il primo esemplare della nuova XC60, il Suv medio che è oggi anche il modello più venduto in casa Volvo.

La storia di Volvo ebbe successi straripanti negli anni 50 e 60, quando le sue vetture competevano con le migliori ammiraglie del mondo. Poi però vennero anni bui, e ancora si ricorda la sfortunata gestione Ford, che negli anni 90 aveva riunito i gruppi europei del lusso in una divisione, la PAG, con Jaguar e Land Rover. Andò male e così sono arrivati i cinesi di Geely, che oggi gestiscono marchio e produzione, riavviandone la ripresa. Sempre allʼinsegna dei modelli dʼalta gamma.