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Afghanistan, Msf lascia Kunduz dopo la strage dell'ospedale

In città sono rimasti solo alcuni membri dello staff. Cordoglio di Obama per il "tragico incidente": "Ci sarà unʼinchiesta approfondita"

kunduz ospedale
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Medici senza frontiere (Msf) si è ritirata da Kunduz, la città afghana dove l'ospedale è stato distrutto da un raid aereo, condotto dagli Stati Uniti secondo Msf, con almeno 22 morti e decine tra feriti e dispersi.

Kate Stegeman, portavoce di Msf, ha precisato che "parte del nostro staff è rimasto in città per controllare la struttura e rispondere alle necessità mediche della popolazione non appena le condizioni della sicurezza lo permetteranno".


Msf: "Crimine di guerra, indagine subito"

- Medici senza frontiere ha negato che ci fossero talebani asserragliati all'interno o nei pressi dell'ospedale, come invece ha riferito l'esercito americano. "Gli ingressi del compound erano chiusi da tutta la notte e quindi nessuno, tranne membri del nostro staff, custodi o pazienti, era nella struttura durante il bombardamento", si legge in un comunicato dell'organizzazione che ha anche chiesto un'indagine indipendente "sulla base del chiaro presupposto che un crimine di guerra è stato commesso". A causa dei raid sono morti 12 operatori di Msf e 10 pazienti, tra cui 3 bambini.

Il cordoglio di Obama

- ll presidente americano Barack Obama ha espresso il suo cordoglio per i medici e i civili rimasti uccisi nel "tragico incidente" all'ospedale Msf a Kunduz, ma ha precisato di voler aspettare i risultati dell'inchiesta del Pentagono "prima di esprimere qualsiasi giudizio". "Il ministero della Difesa ha lanciato un'inchiesta completa e aspetteremo i risultati prima di dare un giudizio definitivo sulle circostanze di questa tragedia", ha aggiunto Obama.

"Ho chiesto al dipartimento di tenermi al corrente delle indagini e mi aspetto un resoconto completo dei fatti e delle circostanze. Michelle e io preghiamo per tutti i civili colpiti da questo incidente, le loro famiglie e le persone care", ha detto. Obama ha quindi ribadito che "continueremo a lavorare a stretto contatto con il presidente Ghani, il governo afghano e i nostri partner internazionali per sostenere le forze di difesa nazionale afghane che lavorano per garantire la sicurezza al loro Paese".