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Crisi, gli italiani sono più ottimisti: "Il 2015 sarà lʼanno della svolta"

Per la prima volta da quattro anni il numero dei soddisfatti supera quello degli insoddisfatti. Migliora il tenore di vita e 36 italiani su cento hanno fiducia nel futuro

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-afp

La crisi, in Italia, colpisce ancora una famiglia su 4, ma il 2015 viene ormai percepito da molti come l'anno della svolta. E per la prima volta dopo 4 anni il numero dei soddisfatti della propria situazione economica supera quello degli insoddisfatti. A indicarlo è l'indagine Acri-Ipsos sul risparmio, secondo cui una persona su 20 ha visto un miglioramento del proprio tenore di vita e il 36% ha fiducia nel futuro dell'Italia.

A confermare il miglioramento della congiuntura italiana, sono sempre più numerose le persone che tornano a concentrarsi sul presente piuttosto che sul futuro, con un atteggiamento di spesa più rilassato. Secondo l'indagine Acri-Ipsos, questo si verifica soprattutto tra le classi medie e più abbienti, che tornano a consumare. Le loro spese si orientano soprattutto su elettronica, telefonia, alimentari e auto. Da sottolineare però che ancora oggi quasi una famiglia su quattro (il 23%, di meno rispetto al 2014) afferma che non riuscirebbe, con risorse proprie, affrontare una spesa improvvisa di mille euro.

Euro: maggioranza degli italiani crede alla sua utilità nel lungo periodo - La moneta unica continua a non soddisfare gli italiani. L'indagine dice che quasi tre italiani su quattro non ne sono contenti: il 71%, dato in leggero calo rispetto al 74% del 2014. Secondo il sondaggio, tuttavia, la maggior parte degli italiani crede nell'utilità dell'euro nel lungo periodo.

Il 51% sono certi che tra vent'anni essere nell'euro sarà un vantaggio; il 36% pensa invece che essere nell'euro sarà uno svantaggio anche fra 20 anni (erano il 34% nel 2014); il 13% non ha opinioni in merito.

In ogni caso, l'Europa viene assolta dalla responsabilità della crisi italiana: solo il 4% dei cittadini imputa ogni colpa all'Europa e ben il 48% ritiene che la situazione attuale sia causata dal malgoverno del Paese negli ultimi anni e dalle mancate riforme (questo dato arriva al 53% nel Sud Italia); il 20% dice che le responsabilità vanno divise equamente tra Italia ed Europa; infine, il 26% (in crescita rispetto al 19% del 2014) attribuisce le cause della difficile situazione attuale alle crisi cicliche che hanno dimensioni mondiali e molteplici motivazioni (il 2% non ha un'opinione). Gli italiani, seppur delusi, ritengono che in questa situazione l'Unione europea sia soprattutto un importante e indispensabile aiuto in un momento di crisi (55%), anche se non sono pochi coloro che la ritengono un ulteriore aggravio che rende ancor più complesso il superamento della crisi (44%).