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Donnavventura in Alaska

Un viaggio lontano dal caos della città, tra splendidi paesaggi montani e ghiacciai che la fanno da padrone

L'Alaska è probabilmente il più inospitale fra i 50 Stati Uniti d'America, ma i suoi scenari naturali hanno quella bellezza assoluta ed estrema che da sempre affascina i veri viaggiatori.

Lo sguardo corre lontano, seguendo le infinite distese innevate, le foreste e le alture che movimentano un paesaggio dal quale si ha l'impressione di non poter scappare tanto è esteso e sterminato. E'uno degli ambienti più ostili e man mano che ci si spinge verso nord la vegetazione si dirada ed anche la presenza di animali si riduce considerevolmente. Non sono molte le specie che si sono adattate a superare inverni nei quali le temperature precipitano sino a 45 gradi sotto lo zero e oltre. Aguzzando la vista si può cercare di distinguere esemplari di pernice bianca perfettamente mimetizzati nel manto nevoso; si tratta dell'uccello simbolo del Paese e la sua livrea in inverno muta colore, passando dalle sfumature grigie brunastre al bianco candido, e poi alci e caribù, lupi e volpi artiche, orche e balene, foche e leoni marini.

Quando nel 1867 gli Stati Uniti acquistarono l'Alaska dalla Russia, l'opinione pubblica non si entusiasmò affatto per l'acquisto, anzi, serpeggiava un certo umorismo che portò a soprannominare la nuova acquisizione con i nomi “Follia di Seward" e "Ghiacciaia di Seward", dal nome del segretario di Stato che gestì le operazioni. L'Alaska era considerato un territorio inospitale, ma intorno al 1898 venne scoperto l'oro e questo provocò una vera e propria invasione di cercatori, tra i quali anche il famoso scrittore Jack London, autore di “Zanna bianca” e “Il richiamo della foresta”, favorendo lo svilupparsi delle prime città e strade dell'entroterra. Il sottosuolo è ricco e di petrolio e gas naturale che, insieme alla pesca, sono tra le risorse più importanti. Il Paese è attraversato dal circolo Polare Artico, uno dei cinque Paralleli principali, al di là del quale, durante l'estate, il sole rimane sopra all'orizzonte per almeno 24 ore consecutive, il cosiddetto sole di mezzanotte e durante l'inverno si verifica il fenomeno opposto, ovvero la notte polare.

L'Alaska è una terra di frontiera che affascina per la sua asprezza e l'assoluta mancanza di compromessi, è una sfida per l'uomo che deve misurarsi con condizioni estreme a partire da quelle climatiche, sino alle immense distanze fra un centro abitato e l'altro. E' qui che l'avventura del giovane Christopher McCandless ha avuto il suo apice e la sua tragica fine, narrata magistralmente dal regista Sean Penn nel film “Into the wild”. Il film è la trasposizione del viaggio intrapreso da Christopher che lascia la famiglia per attraversare gli Stati Uniti sino a raggiungere l'Alaska, abbandona una società in cui non si riconosce e con essa anche il proprio nome per scegliere quello di Alexander Supertramp. Un affresco struggente e poetico, privo del lieto fine delle favole ma tristemente fedele a quell'immagine di eroe romantico che persegue un ideale sino alle sue estreme conseguenze.