Online si vendono solo dosi minime
Dopo la morte dell'ex spia del Kgb Alexander Litvinenko, avvelenato a Londra da una dose letale di polonio 210, in molti si sono interrogati sull'origine della micidiale sostanza radioattiva utilizzata per uccidere l'agente russo. L'ipotesi più plausibile, da subito, sembrava essere quella di un ricco mercato nero di materiali tossici, ma poi in molti hanno invece puntato il dito contro diversi siti Internet, acusati di "svendere" l'isotopo senza alcuna precauzione e a prezzi molto modesti.
Una mezza verità, che, come spesso accade in questi casi, ha scatenato subito l'ennesima offensiva contro il Web e il "lato oscuro" della Rete. Trovare e acquistare polonio su Internet, del resto, è piuttosto semplice e per comprare materiali radioattivi bastano pochi click. Quello che non è stato detto invece è che le dosi disponibili sono assolutamente irrisorie e non sufficienti per comporre un mix letale come quello utilizzato per avvelenare e uccidere l'ex agente russo Litvinenko.
Dopo una breve ricerca online, abbiamo visitato alcuni siti dedicati al commercio di isotopi radioattivi e abbiamo scoperto che i materiali incriminati possono essere distribuiti senza licenza, sono autorizzati dalla Nuclear Regulatory Commission (NRC), non vengono stoccati in blocco e non rappresentano una vera minaccia. A fare la differenza, come precisato su alcuni portali specializzati, dunque, è la quantità.
Online vengono vendute dosi molto ridotte di materiali radioattivi, soprattutto a scopo scientifico. I maggiori acquirenti sono solitamente i centri di ricerca e un eventuale "partita" troppo elevata balzerebbe subito all'occhio. Se ci rifornissimo da unitednuclear.com, ad esempio, per comporre un mix letale di polonio 210 come quello utilizzato a Londra per avvelenare l'agente del Kgb, servirebbero almeno 15mila unità e circa un milione di dollari. Forse un po' troppo per uccidere una spia. "Ogni tre mesi vendiamo circa 2 dosi di polonio 210 e se ci fosse una richiesta sospetta sarebbe subito evidente", precisano i gestori di unitednuclear.com. Per il commercio illegale del polonio 210 il Web sembra proprio scagionato.