Lo studio

Tumore prostata, la partecipazione attiva dei pazienti alla terapia migliora percorso di cura

A dirlo è una ricerca condotta su 64 uomini italiani affetti dalla patologia, in occasione del mese dedicato alla sensibilizzazione sulle patologie maschili

14 Nov 2025 - 08:30
 © Ufficio stampa

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Novembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione sulle patologie maschili. Tra quelle a maggiore incidenza che colpiscono gli uomini risulta esserci il carcinoma prostatico, che fa registrare circa 40mila nuovi casi ogni anno. Oggi, grazie ai progressi della ricerca e alle innovazioni nelle terapie, è possibile convivere con la malattia anche per diversi anni, fino anche a renderla - in alcuni casi - una condizione cronica. Nella fase più avanzata, però, il tumore alla prostata resta una patologia con una prognosi severa e qualità di vita fortemente compromessa. “Le forme più avanzate, come il carcinoma metastatico resistente alla castrazione, pongono elevati bisogni insoddisfatti che richiedono un impegno costante della ricerca”, ha spiegato il professor Paolo Andrea Zucali, Responsabile Unità Operativa per la patologia oncologica del tratto uro-genitale e dei tumori rari del torace, Istituto Clinico Humanitas. In ogni caso, nel percorso di cura di questa malattia in uno stadio avanzato è fondamentale anche sentirsi ascoltati e costruire un’alleanza terapeutica con i medici.

L'evento “Ritmi di Cura per la Salute Maschile”

 In questo contesto è stata condotta da Novartis con Elma Research una ricerca sui pazienti con carcinoma prostatico metastatico: lo studio ha indagato la storia di 64 uomini italiani affetti dalla patologia, raccontandolo il loro vissuto durante l’evento “Ritmi di Cura per la Salute Maschile” anche attraverso la musica jazz. La ricerca ha evidenziato che oltre il 50% dei pazienti desidera essere parte attiva del proprio percorso di cura: essi sono infatti consapevoli, cercano il cambiamento e svolgono una ricerca autonoma di informazioni sulla propria patologia. I risultati hanno evidenziato tre modelli rappresentativi di pazienti, che riflettono diversi atteggiamenti verso la malattia e la gestione delle cure: i risolti (30%), che hanno raggiunto un equilibrio tra consapevolezza e accettazione; i tormentati (28%), che ricercano costantemente risposte, ma convivono con rabbia e risentimento; i fatalisti (42%), che vivono la malattia con rassegnazione, delegando al medico le decisioni e dipendendo dal supporto del caregiver.

La partecipazione attiva dei pazienti

 Si tratta di dati importanti: infatti il valore della partecipazione attiva dei pazienti nel percorso di cura è stato confermato anche a livello europeo dai risultati preliminari di uno studio promosso da Europa Uomo, secondo cui maggiore è il coinvolgimento dei pazienti nel loro percorso di cura, migliore è la loro qualità di vita. Claudio Talmelli, Presidente di Europa Uomo Italia, ha dichiarato: “Si tratta di risultati che evidenziano quanto l’ascolto del paziente debba diventare parte integrante della pratica clinica. Serve un approccio realmente multidisciplinare”.  Per Paola Coco, Chief Scientific Officer & Medical Affairs Head di Novartis, “l’impegno di Novartis è reimmaginare il futuro delle patologie con maggiori bisogni insoddisfatti, come il tumore alla prostata metastatico avanzato. Innovazione, collaborazione e ascolto dei pazienti sono i pilastri su cui costruiamo i nuovi 'ritmi di cura': percorsi che coniugano progresso scientifico e centralità della persona”.