Prendersi cura del proprio corpo per prendersi cura dell’ambiente. Lo sport entra in azienda
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Correre fa bene, soprattutto all'ambiente. A pochi giorni dal “Friday for Future” e dalle piazze di mezzo mondo piene in nome della Terra, il primo aspetto su cui dovremmo concentrarci è il nostro corpo. È questa l’idea di Max Monaco, Life e motivational coach, collaboratore scientifico dell’Università Roma Tre ed esperto di sport e nutrizione e fondatore del progetto “6più”. “Noi ci preoccupiamo della salute del pianeta, ma come individui ne facciamo parte, per questo il primo aspetto cui prestare attenzione dovrebbe essere quello di non buttare cibo spazzatura nel nostro corpo e di creare un ecosistema non inquinato da sedentarietà”, sostiene Monaco. “Se rieduchiamo le persone a prendersi cura di sé con disciplina e fatica, allora accendiamo una consapevolezza potente, pronta a sentirsi parte di un sistema più grande da difendere. Questo ha impatto in tutto, dall’ambiente alla socialità, all’impegno in azienda”.
Ma anche a scuola. Il progetto, infatti, è anche rivolto a quegli adolescenti che in questi mesi stanno partecipando alle manifestazioni sul clima e che, secondo l’ultimo rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità, sono troppo sedentari e consumano troppo alcool. Solo un terzo dei ragazzi tra 11 e 15 anni consuma frutta e verdura una volta al giorno e meno del 10% svolge almeno un'ora quotidiana di movimento.
Mens sana in corpore sano, quindi, come scriveva Giovenale. È per questo che viene in soccorso il progetto “6più” che nasce con una missione precisa: aiutare i lavoratori sedentari a migliorare la qualità della vita e il proprio benessere psicofisico, adottando uno stile di vita sano e positivo, avviandoli alla corsa. L'obiettivo è arrivare a correre per 60 minuti entro 12 settimane. “Si tratta di un progetto che si basa sull’insegnamento di un metodo”, spiega Monaco, “In aula insegniamo un coaching motivazionale. È una leva utile a fare in modo che i lavoratori che rientrano nel profilo psicologico del sedentario siano motivati a muoversi”.
Il beneficio fisico è elevato, ma in realtà il vantaggio maggiore è la lezione di autosviluppo individuale. “Dentro di noi c’è un potenziale inespresso”, sottolinea Monaco, “che il nostro procedimento aiuta a sbloccare e poi l’esperienza trasporta ciò che è stato imparato in ogni ambito della vita. Ci sono impegno e disciplina. Aiutiamo le persone ad interrompere il dialogo dentro di noi che è naturalmente portato al lamento e ci autolimita” .
Perché la corsa? “Quando si dice di essere sedentari, in realtà si sta sbagliando, perché l’uomo è fatto per muoversi, ma noi impariamo fin da piccoli, imitando comportamenti scorretti, a non amare il movimento. In aula con esercizi divertenti aiutiamo le persone e comprendere quali siano i meccanismi che creano le abitudini del nostro cervello e a modificarle. Sono esperienze che coinvolgono i partecipanti e danno uno stimolo per cambiare”.
Fino ad oggi il progetto ha raggiunto più di 20000 lavoratori, di varie aziende, soprattutto grandi multinazionali, ma vi hanno aderito anche scuole e carceri in tutta Italia. Dopo aver provato questo nuovo approccio mentale circa l'80% dei partecipanti ha deciso di iniziare a correre seriamente, con enormi benefici soprattutto per i carcerati che grazie alla disciplina riescono ad inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro”. Più in fretta, di corsa.