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Laura Biancalani: "Bambini e ragazzi non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere"

La Direttrice generale della Fondazione Andrea Bocelli racconta a Tgcom24 l'impegno nell'aiutare famiglie in situazioni di povertà, analfabetismo, disagio dovuto a malattie ed esclusione sociale

La Andrea Bocelli Foundation (ABF), Ente Filantropico, nasce nel luglio 2011 dalla famiglia Bocelli dopo essere stata ispirata dall'affetto e dalla positività ricevuti da fan e partner in tutto il mondo.

Attraverso la mission "Empowering people and communities", ABF crea e promuove progetti che hanno quale focus la valorizzazione ed espressione del pieno potenziale di persone e comunità. La direttrice generale Laura Biancalani racconta a Tgcom24 l'impegno nell'aiutare famiglie in situazioni di povertà, analfabetismo, disagio dovuto a malattie ed esclusione sociale.


ABF ha scelto l’educazione quale chiave per favorire la costruzione di percorsi che offrano occasioni vere di empowerment in luoghi in cui a volte le priorità sono altre, credendo fortemente che aver cura di un individuo sia aver cura della sua educazione. Con l’utilizzo di approcci e strumenti innovativi che inseriscono arte, musica e digitale nei programmi di apprendimento, la Andrea Bocelli Foundation lavora per il superamento di queste barriere e l'espressione del loro pieno potenziale.  Altresì ABF opera per ripristinare condizioni di vita dignitose attraverso interventi che vanno dall’accesso a cure mediche, a servizi di recovery per emergenze umanitarie, a beni di prima necessità quali acqua potabile. Dal 2011, ABF ha raccolto oltre 60 milioni di euro che hanno portato alla costruzione di 10 scuole in Italia e ad Haiti che offrono l'accesso quotidiano a un'istruzione equa e di qualità a più di 20mila studenti. Inoltre, ABF ha creato progetti di welfare che garantiscono l'accesso all'acqua potabile e alle cure mediche di base a oltre 400mila persone che vivono nelle zone più remote e povere di Haiti. La Fondazione realizza e promuove anche progetti educativi che fanno leva sulla musica come ulteriore strumento per l'inclusione sociale e lo sviluppo dei talenti, il tutto in linea con l'Agenda Goal numero 4.7 delle Nazioni Unite per il 2030.

Com’è arrivata a ricoprire questo incarico?
Le mie passioni fin da giovanissima sono state l’arte, la musica, i diritti umani, le azioni sociali e il dialogo fra culture. Tutte cose che ho coltivato grazie al lavoro volontario in molte organizzazioni. Laurea in Legge a Pisa – con una tesi sperimentale sul diritto alla salute applicato al caso dei malati di HIV. Poi borsa di studio in SDA Bocconi al Master MBA Non Profit &Coop. Subito dopo il master ho avuto la possibilità di lavorare per 12 anni come responsabile delle attività istituzionali di una Fondazione di origine bancaria, e da lì in varie commissioni dell’Associazione delle Fondazioni Bancarie Italiane. Così ho avuto modo di conoscere più tecnicamente il mondo del Terzo Settore, iniziando a occuparmi di cooperazione internazionale. Ho vissuto una bellissima esperienza fra Israele e Palestina nel periodo immediatamente successivo alla seconda Intifada, dando vita per la prima volta a una associazione di diritto israeliano che erogava microcrediti nelle aree di Gerusalemme Vecchia e West Bank. Riuscimmo a mettere i piedi un partenariato fra organizzazioni italiane, Peres Center for Peace, Custodia di Terra Santa e Camera di Commercio di Betlemme. Conosco il Maestro Bocelli dal 1994. Durante il mio lavoro volontario in una organizzazione con i malati di HIV, gli chiesi di dare voce a quelle persone che vedevo morire una dopo l’altra, senza neanche riuscire a pagare loro i funerali. Andrea mi disse di sì, e fu così che iniziammo a pensare di dare voce a chi non l’aveva. In seguito Andrea, conoscendomi e sapendo dei miei studi, mi ha chiamata e mi ha parlato della sua intenzione di coordinare un investimento nelle cause sociali. Da lì abbiamo fatto insieme un lungo e appassionante cammino per arrivare alla creazione di ABF.

Come nasce la Fondazione Andrea Bocelli?
La Andrea Bocelli Foundation nasce nel 2011 per iniziativa del Maestro, ispirato dall'affetto e dalla positività di tante persone in tutto il mondo, con la volontà di dare ai bambini e ai giovani svantaggiati una vita piena di opportunità e di bellezza. Da allora ABF è cresciuta ed è diventata un Ente Filantropico indipendente, con progetti strategici in Italia e all’estero. Amiamo definire ABF un laboratorio vivo fatto di tante persone che mettono a disposizione i propri talenti, come in una squadra. Un laboratorio che è stato capace, dal 2011 a oggi, di raccogliere oltre 60 milioni e diventare un team di oltre 70 persone e più di 30 volontari stabili.

Qual è la vostra missione?
La missione della Fondazione è "Empowering People and Communities". Ovvero, lavorare sul potenziale dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, perché possano scrivere la loro migliore storia possibile. Facciamo questo lavorando prevalentemente sull’educazione. Educare viene dal latino ex-ducere, estrarre, tirare, condurre fuori. In ABF infatti crediamo fortemente che i bambini e i ragazzi non sono dei vasi da riempire, ma piuttosto dei fuochi da accendere. E nei nostri progetti proviamo a far ardere quei fuochi utilizzando una combinazione di linguaggi innovativi tra arte, musica e digitale, e lavorando sulla cura di spazi, tempi e relazioni.

Mi fa qualche esempio?
Ogni giorno ABF si occupa di dare educazione, cibo, assistenza medica a più di 3.500 bambini e bambine e alle loro comunità in Haiti. In Italia e all’estero costruiamo o rigeneriamo luoghi educativi di qualità, aperti alle comunità per metterli a servizio della crescita delle persone in tutte le componenti: relazioni, culture, spazi. A Camerino abbiamo costruito una scuola di nuova concezione in appena 150 giorni dalla posa della prima pietra. In 10 Ospedali Pediatrici Italiani assistiamo circa 17mila bambine e bambini all’anno. Con il progetto ABF Digital Lab molti di loro riescono a ricevere formazione anche nelle situazioni più difficili del ricovero. E ancora, ci dedichiamo a sviluppare nuove politiche di orientamento per ragazzi e ragazze dai 16 ai 25 anni. Lavorando sui modelli di educazione creiamo nuovi modi e strategie di collaborazione pubblico- privato. Insomma, cerchiamo di rafforzare le competenze trasversali e creative che sono la risorsa chiave per il futuro dei bambini e dei ragazzi, attraverso strumenti quali l’arte, la musica e il digitale.

Qual è stato il primo progetto al quale ha partecipato?
Il primo progetto, il più importante, è stato sicuramente la costituzione della Fondazione a fianco della famiglia. Dare forma a quel sogno è stato un privilegio che ogni tecnico che si occupa dei temi sociali vorrebbe avere. Un privilegio che vale una vita. Abbiamo progettato la visione e la missione di ABF insieme ad Andrea e a sua moglie Veronica, e da subito creato una Fondazione di famiglia particolare e aperta: una bottega, un laboratorio vivo che ha subito nel tempo evoluzioni fino ad arrivare a oggi a essere un modello nuovo di ente non profit.

Parlando di sostenibilità, quale approccio adottate verso questo tema?
Crediamo che essere sostenibili significhi essere responsabili, quindi prenderci cura di noi stessi, degli altri e del nostro pianeta. La legge non impone agli Enti del Terzo Settore di avere un bilancio di sostenibilità o di una strategia relativi ai principi ESG. Ma noi abbiamo scelto di realizzare comunque il nostro primo report ESG nel 2022, concentrandoci ovviamente sull’aspetto sociale, per via della nostra missione sull’istruzione ma anche sulla governance e sull’ambiente, cercando di definire ogni anno i nostri obiettivi sostenibili e migliorare gli impatti dei nostri progetti sulle comunità e sui giovani beneficiari, verificandoli e misurandoli. In ABF questo si traduce concretamente anche in attenzione all’ambiente interno con misure di wellbeing per dipendenti, collaboratori e volontari; organizzazione uniforme dei progetti educativi della Fondazione con sviluppo di indicatori per la valutazione di impatto; e ancora sicurezza su lavoro, privacy e via dicendo.

Come viene finanziata la Fondazione?
ABF è finanziata sia dal fondatore Andrea Bocelli, sia da donazioni provenienti da individui, aziende, campagne o eventi. La Fondazione è organizzata per funzioni, ha una pianificazione annuale e pluriennale sulla quale sviluppiamo strategie per i progetti, per la comunicazione e il fundraising. Il nostro bilancio è integralmente pubblicato.

Progetti futuri dei quali può parlarci?
Siamo appena tornati da una esperienza unica al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, dove ci ha invitato la Missione Italiana alla presenza della Vice Segretaria dell’ONU Amina Mohammed per presentare insieme a bambini e ragazzi protagonisti, provenienti da tutto il mondo, due progetti considerati eccellenze in ambito educativo. "ABF Voices Of" è un programma educativo globale basato sulla creazione di cori di voci bianche (6-16 anni) in aree particolarmente vulnerabili a causa di povertà, conflitti, disagio sociale e che mira a responsabilizzare i partecipanti e le loro comunità, utilizzando la musica come strumento per scoprire i propri talenti, promuovere la creatività e creare leader positivi della comunità. In questo momento abbiamo cori attivi in Haiti, Terra Santa, Napoli Rione Sanità e stiamo pianificando l’apertura dei primi cori in Africa e America Latina. "ABF GlobaLAB" è un programma vocazionale strategico pensato per incentivare e valorizzare il talento dei giovani da 16 a 25 anni attraverso un lavoro sulle competenze trasversali. Il programma nasce a Firenze ma abbiamo aperto nel 2023 a Gerusalemme, la prima delle 10 città del Mediterraneo che accoglierà questo nostro progetto.

Quali sono le sue passioni?
Ne ho molte: la musica, il canto, la filosofia. La più grande però è la mia attività, perché ho avuto il privilegio grande di fare della mia passione un lavoro continuativo. Poter mettere a terra idee e farlo lavorando per migliorare la qualità della vita delle persone, mi creda, non ha prezzo. Portare a compimento progetti pensati e concepiti insieme a un gruppo appassionato e determinato: questa è la mia vita. Analizzare i contesti, entrarci dentro, diventare parte integrante della comunità in cui intervieni, vedere che piano piano tutto si compone e le azioni iniziano a produrre frutti ed effetti misurabili. E così ogni luogo in cui interveniamo è un luogo che posso chiamare casa.

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