L’obiettivo è migliorare la prevenzione delle malattie del cavo orale e aumentare la consapevolezza sulla connessione con la salute generale
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È nato il primo Comitato Scientifico Multidisciplinare per la Salute Orale e Sistemica. Si tratta di un tavolo di lavoro permanente che unisce la Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), i principali esperti clinico-scientifici, le università Sapienza di Roma e Cattolica del Sacro Cuore e in qualità di major advisor il professor Enrico Gherlone, esperto nominato dal Ministro della Salute per l’odontoiatria. L’obiettivo del Comitato è quello di rendere la prevenzione delle malattie del cavo orale una priorità nazionale di salute pubblica e aumentare la consapevolezza sulla connessione tra l’igiene orale e la salute generale. Il progetto “In Bocca alla Salute”, realizzato con il contributo non condizionante di Procter&Gamble, vuole sottolineare come l’igiene e la salute orale rappresentino una delle sfide più sottovalutate ma anche più strategiche per la salute pubblica e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
L’importanza della salute orale emerge anche dall’all’indagine dell’Osservatorio di igiene orale di Nomisma e Fondazione ReS, condotto a marzo 2025 su un campione di 1.400 consumatori: l’85% degli italiani presenta problemi gengivali o dentali, ed è diffusa la mancanza di conoscenza dello stretto legame che esiste tra igiene orale e principali patologie sistemiche. Nel dettaglio, l’88% ignora la correlazione tra igiene orale e malattie cognitive, il 74% tra igiene orale e diabete, il 58% con le malattie respiratorie e il 49% con le malattie cardiovascolari. La letteratura scientifica dimostra che chi soffre di malattie gengivali ha una maggiore probabilità di sviluppare il diabete, soffrire di infarto o ictus, sviluppare malattie cognitive come il morbo di Alzheimer, artrite reumatoide e sviluppare esiti avversi in gravidanza.
Il problema, in ogni caso, non è solo italiano: in occasione dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 25 settembre 2025 infatti è stato evidenziato come le malattie della bocca rappresentino un problema sanitario ed economico rilevante, con impatti seri e di lungo periodo sulla vita delle persone. È stata sottolineata la necessità di un impegno globale per diminuire il tasso di patologie orali, di cui soffrono circa 3,5 miliardi di persone nel mondo. Per farlo è necessario puntare sula promozione della salute, la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento. Questo sforzo, come rilevato da Nomisma, deve iniziare con una corretta informazione: solamente il 63% di chi soffre di malattie sistemiche dichiara di aver ricevuto informazioni sulla possibile correlazione con la salute orale e, nella maggior parte dei casi, tali informazioni sono state veicolate dai dentisti e solo nel 25% dei casi dal medico curante o dallo specialista.
Tornando al comportamento degli italiani, dall’indagine di Nomisma risulta esserci un marcato divario tra le abitudini dei consumatori e le linee guida del Ministero della Salute sulla corretta igiene orale. Le istituzioni infatti raccomandano di lavarsi i denti almeno 3 volte al giorno, con uno spazzolino elettrico, utilizzare dentifricio fluorato e filo interdentale ogni giorno ed effettuare visite di controllo specialistiche con periodicità. Secondo la ricerca però solo il 25% degli italiani utilizza uno spazzolino elettrico, solo il 27% il filo interdentale e ben il 40% ha rinunciato a controlli o cure odontoiatriche principalmente per motivi economici.
“Dobbiamo intercettare, educare e accompagnare. Il primo tavolo di lavoro del comitato tecnico scientifico è stato avviato, la salute inizia dalla bocca solo se istituzioni e scienza camminano insieme”, ha detto la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Decima Commissione del Senato. Il professor Enrico Gherlone ha aggiunto che “la collaborazione tra scienza e istituzioni è decisiva. Costruire un canale permanente e non episodico tra comunità scientifica e decisori pubblici consentirebbe di anticipare ai decisori i trend emergenti evitando ritardi nell’applicazione delle evidenze scientifiche. Quella odontoiatrica è stata percepita troppo a lungo come un ambito separato rispetto a Sistema Sanitario Nazionale, ma è invece una parte rilevante della risposta nazionale alle malattie sistemiche”. Per l’esperto “la prevenzione si deve evolvere in linee guida nazionali realmente applicate, attraverso programmi diffusi sul territorio e percorsi multidisciplinari condivisi in tutti gli ambiti clinici. Quando questo passaggio di informazioni tra comunità scientifica e decisore pubblico non avviene la scienza rimane conoscenza e non diventa salute. E questa, a oggi, la sfida decisiva per ridurre il peso economico e sociale delle malattie sistemiche.”