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Marco Celani: "Con Italianway siamo leader nel settore degli affitti brevi grazie alla vocazione tecnologica e alle competenze del team"

L'amministratore delegato racconta a Tgcom24 il successo di un'azienda nata nel 2016 che può contare su 2400 strutture e 270 destinazioni in tutta Italia

Ufficio stampa

Un investimento imponente - quattro milioni di euro - per dare vita a una piattaforma in grado di soddisfare le esigenze di chi è alla ricerca di diverse soluzioni in affitto per trascorrere le vacanze. Questa vocazione tecnologica - unita alle competenze di un team altamente qualificato - ha permesso a Marco Celani, amministratore delegato di Italianway, di trasformare la strartup nata nel 2016 in una pmi leader nel settore. 

Come è arrivato a ricoprire l'incarico attuale?
Dopo la laurea in Scienze Economiche ho lavorato in diverse banche estere nel mondo dell'asset management spostandomi tra Milano, Lussemburgo ed Edimburgo. Quando poi ho deciso di rientrare e mi sono stabilito definitivamente in Italia, ho accettato la sfida di uscire dal contesto delle multinazionali per guidare Italianway, start up nata nel 2016 sull’onda dell'Expo di Milano: ho sempre avuto una grande passione per il vacation rental e quando ho conosciuto Davide Scarantino, il fondatore di Italianway, è scattata la scintilla che mi ha fatto abbracciare il progetto. Del resto questi anni in Italianway mi hanno aiutato a capire che quello che mi piace veramente fare, professionalmente parlando,  è partire da realtà piccole e giovani, affiancarle ed aiutarle a crescere per esprimere tutto il loro potenziale. Oggi Italianway è una pmi innovativa che ha conquistato un traguardo importante, quello di essere diventata, in pochissimo tempo e nonostante il periodo non facile, il primo player, per numero di immobili contrattualizzati e destinazioni coperte, sul mercato italiano dei cosiddetti “affitti brevi” gestiti in maniera professionale. Una grande soddisfazione per Davide, per me e per tutto il team.

 

Qual è l'elemento di forza della società?
Italianway è un animale strano che ha saputo crescere forte della sua vocazione tecnologica e delle competenze del team: siamo riusciti a costruire una piattaforma, sviluppata internamente e su cui abbiamo investito oltre 4 milioni di euro, in grado di aggregare un network di operatori professionali che gestiscono case dedicate a chi per ricerca di privacy, sicurezza, spazi ampi e flessibilità sceglie questo tipo di soggiorno: da residenze d’epoca in centri secondari ad appartamenti nei centro storici delle Top Destination, dagli chalet alpini a bagli, trulli e dammusi, per una platea esigente di viaggiatori, sia internazionali che italiani. Il nostro punto di forza è aver ottimizzato tutti i processi in modo da rendere facile una serie di adempimenti altrimenti molto complessi da gestire. Questo ci consente di aiutare tanti piccoli operatori a diventare grandi, in un mondo, quello dell'ospitalità, estremamente frammentato e caratterizzato dalle piccole dimensioni che si portano dietro una fragilità che i nostri partner stanno superando. Al tempo stesso grazie all’estrema professionalità con cui curiamo tutte le fasi del processo, dal primo contatto con l’ospite passando per la prenotazione e il soggiorno senza dimenticare il dopo, sono sempre di più i viaggiatori che ci apprezzano e scelgono il portale italianway.house per prenotare direttamente la loro vacanza o il loro viaggio di affari; e sono sempre di più quelli che ci scelgono ed optano per un periodo di holiday working in una delle centinaia di dimore che abbiamo selezionato proprio perchè perfette per coniugare lavoro e relax. 

 

Quali novità avete introdotto?
Da sette anni stiamo lavorando alla sfida di digitalizzare il mondo dell'ospitalità extra alberghiera ed in particolare il settore degli affitti brevi gestiti in maniera professionale, che è quello che in cui opera Italianway. Questo mondo, infatti, è caratterizzato da tantissimi microprocessi e adempimenti burocratici che portano via molto tempo a property manager e viaggiatori, tanto che esistono software che si sono posti l'obiettivo di automatizzare alcune di queste attività. La nostra innovazione più grande consiste nell'aver costruito la prima piattaforma tecnologica che integra tutte le attività necessarie dall'inizio alla fine in un unico software web responsive, utilizzabile in modo semplice dal gestore anche attraverso lo smartphone. Tutti i soggiorni hanno un contratto sottoscritto in modo sicuro e i flussi sono tracciati a garanzia dei proprietari, degli ospiti e dello Stato italiano che spesso, purtroppo, è il grande sconfitto di questo mercato. 

 

Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel suo settore?
L’attività di property manager è meravigliosa: si ha la possibilità di restituire una nuova vita a tante seconde case, ereditate dai genitori o dai nonni, case che costituiscono il vero asset del patrimonio immobiliare italiano. Il property manager le rinnova preservandone la storia e ponendo le premesse perchè altri, in questo caso viaggiatori di tutto il mondo, vivano esperienze uniche tra quelle stesse mura. E in quest’ottica la ristrutturazione e l’allestimento finalizzati agli affitti brevi possono declinarsi in maniera strategica come quando le case vengono ridisegnate con l’obiettivo di accogliere viaggiatori temporanei in cerca di case con determinate caratteristiche, come WiFi super veloce, spazi esterni vivibili magari piscina o barbecue e, all’interno, spazi modulabili con postazioni di lavoro  perfettamente illuminate. Il tutto partendo da case ridotte veramente in pessimo stato perchè usurate dal tempo oppure per incuria o abbandono. Inoltre lavorare nell'ospitalità consente di entrare in contatto con persone di tutte le nazionalità e anche delle altre Regioni italiane, facendo apprezzare loro, durante il soggiorno, il meglio della terra cui si appartiene, con uno scambio umano e culturale. Nel property management non ci sono barriere all’ingresso: un aspirante imprenditore del turismo professionale in appartamento, o property manager, che abbia voglia di mettersi in gioco e crescere e che abbia capacità commerciali ed entusiasmo,  può arrivare facilmente a gestire quelle 25/30 case che diano una dimensione aziendale alla sua attività. Come Italianway, abbiamo costruito un modello di business che supporta chi entra nel nostro network in tutte le fasi del vacation rental. Quindi il consiglio che mi sento di dare è sicuramente quello di sviluppare le proprie competenze anche attraverso una rete professionale adeguata. 

 

In che modo rispondere alla concorrenza del mercato?
La concorrenza in questo mercato è una ricchezza. In Italia abbiamo un vantaggio competitivo importante rispetto agli altri Paesi: tutti vogliono venire qui e, nonostante la crisi del turismo imposta dalla pandemia a cui il settore sta faticosamente reagendo, restiamo il Paese più sognato e più desiderato al mondo da parte dei viaggiatori internazionali. Dobbiamo solo dare loro un buon motivo per scegliere le nostre case. Qualità degli alloggi e dei servizi, sicurezza e affidabilità: queste sono le armi che consentono di primeggiare per chi opera nel settore e si rivolge non soltanto ad ospiti stranieri ma anche e soprattutto italiani visto che anche quest’estate 2021 è all’insegna del turismo domestico e di prossimità.  

 

Il suo settore come è stato toccato dall’emergenza Covid?
In modo drammatico. La pandemia ha generato un clima di incertezza e di paura che ha congelato molti mesi di attività e fatto una selezione importante tra gli operatori. Tuttavia ha accelerato alcuni trend che erano già in atto e, come ogni accade quando c’è una crisi, ci consegnerà un mondo diverso con aziende più professionali e più solide. 

 

Come trascorre il suo tempo libero?
La cosa che mi dà più soddisfazione è viaggiare con la mia famiglia. Mi piace anche correre, giocare a tennis, ma soprattutto sono un lettore onnivoro.

 

Che rapporto ha con successi e fallimenti lavorativi?
A 46 anni mi considero nella fase di formazione della mia carriera. Viviamo in un'epoca in cui non ci sono competenze acquisite una volta per tutte e non ci sono conoscenze definitive. Ogni esperienza di successo ci insegna qualcosa, ma nulla ci fa imparare di più degli errori e dei fallimenti; a patto di analizzarli a mente fredda e con l'aiuto degli altri. Considero un successo quando vedo che in azienda i membri del Team crescono e prendono iniziativa: se si vuole innovare non bisogna avere timore di sbagliare.

 

Una bella soddisfazione che vuole ricordare?
Recentemente ho rivisto il piano di crisi elaborato il 7 marzo 2020 quando ancora non era chiaro cosa sarebbe stato il Covid e che impatto avrebbe avuto sulle nostre vite e sul nostro Paese. Mi sono reso conto che in pochi giorni avevamo elaborato una strategia di risparmio e allo stesso tempo di investimento di tutte le nostre risorse nel cambiamento di business model che ci ha consentito di triplicare la capacità produttiva potenziale in un anno drammatico. Sono stato orgoglioso di vedere, a un anno di distanza, che il nostro Team è stato in grado di interpretare al meglio il tempo che abbiamo avuto a disposizione, costruendo il futuro, invece di attendere tempi migliori. 

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