Mara Maionchi, 80 anni tra musica e tv: "Non smetterò mai di lavorare"
L'ex discografica e ora protagonista del piccolo schermo festeggia un traguardo importante
Dalla musica alla tv, sempre con il sorriso. Mara Maionchi compie 80 anni e festeggia nella sua casa di Milano con il marito, il paroliere Alberto Salerno, le figlie Giulia e Camilla, i tre nipotini: Nicolò, di 9 anni, Mirtilla, 6, Margherita, 3. In principio è stata la discografia, dove prima da segretaria e poi da manager ha scoperto talenti come Tiziano Ferro e Gianna Nannini. Poi è arrivata la tv: da quando nel 2008 ha fatto il giudice a "X Factor" non si è più fermata.
Mara, in occasione del compleanno, si è raccontata al settimanale "Chi": "Facendo be ne i conti, sono quattro vite. La prima è stata quella da impiegata, stenografa e dattilografa, dai 18 ai 26 anni. Poi mi sono trasferita a Milano in un’azienda che si occupava di anticrittogamici e dopo in una di impianti antincendio. Nel 1967 ho risposto a un annuncio sul 'Corriere della sera' e sono entrata alla Ariston, la casa discografica dove c’erano Ornella Vanoni, Mino Reitano e altri artisti".
Poi è arrivata la tv, dal 2008 la Maionchi è una protagonista assoluta, ma all'inizoo non è stato facile, neanche in famiglia: "Quando avevo iniziato X Factor e tornavo a casa, lo trovavo seduto sul divano mio marito con le nostre figlie. Scuotevano la testa e dicevano: 'Quel commento non andava bene'... Io dopo un po’ sbottavo: 'Non potete vedere un altro programma, così non mi rompete le scatole'. Pativo le loro critiche. Ero abituata a stare dietro alle telecamere non davanti".
Nel 2015 Mara ha scoperto di avere un tumore al seno, e dopo una lunga battaglia ha vinto. L'anno scorso ha dovuto lottare contro il Covid: "La salute, quando arrivi a questa età, ti rendi conto che è la cosa più importante. Se penso ai momenti più difficili della mia vita, non ho dubbi: queste due malattie. Ricordo ancora la sera in cui mi hanno ricoverata per il Covid. Ero andata in ospedale da sola, a causa dell’epidemia non potevo essere accompagnata: arrivare lì, con tanti malati buttati nei corridoi, è stata un’esperienza orribile".
La Maionchi ha fatto della sua ironia una bandiera, spesso con qualche licenza come le famose parolacce: "Dopo averle dette, mi pento subito. Per fortuna i miei nipoti sono piccoli e vanno a letto presto, così non le ascoltano... Certo, me ne scappa qualcuna anche a casa".
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