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Giorgio Tirabassi: "Non avrei mai avuto il coraggio di Libero Grassi"

In onda su Canale 5, il 14 gennaio, la prima storia del ciclo "Liberi Sognatori"

Giorgio Tirabassi:
ufficio-stampa

"Un uomo vero e un eroe che non si può non ammirare: io non avrei mai avuto il suo coraggio, avrei pagato subito il pizzo, anche in anticipo".

Giorgio Tirabassi commenta così la figura di Libero Grassi, imprenditore ucciso nel 1991 da Cosa Nostra, che interpreta in "A testa alta - Libero Grassi" (in onda il 14 gennaio in prima serata su Canale 5). Si tratta del primo capitolo della fiction "Liberi sognatori", dedicata agli eroi civili del nostro Paese.

"Quando interpretai Borsellino ero terrorizzato, poi leggendo una sua frase sulla paura mi ci son buttato - ha raccontato l'attore - In questo lavoro su Grassi sono stato molto più sereno, penso sia stato una persona di una lucidità incredibile, un eroe con un grande coraggio che io non avrei mai avuto al suo posto, io il pizzo lo avrei pagato subito, addirittura in anticipo, ma io faccio l'attore".

"A testa alta" e' stato girato nei luoghi dove l'imprenditore viveva e frequentava. Per le riprese in casa è stata utilizzata la vera abitazione dei Grassi, messa a disposizione dalla moglie Pina (morta un paio di anni fa e alla quale il film è dedicato) e riallestita nell'arredamento di allora dalla figlia Alice e Davide, che stanno portando avanti l'attività imprenditoriale del padre.

"Questo progetto si inserisce nel nostro lungo curriculum di impegno civile, da sempre vogliamo raccontare storie esemplari - ha detto il produttore Pietro Valsecchi - Il nostro obiettivo è portare questi film anche nelle scuole".

"Mandare sullo schermo storie come queste è un compito che dobbiamo avere come editori - ha aggiunto il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri - Un compito che per noi ha un particolare significato perché abbiamo un pubblico più giovane, al quale raccontare storie che non devono essere dimenticate".

Libero Grassi, l'imprenditore siciliano ucciso il 29 agosto del 1991 per essersi ribellato alla mafia, è il primo protagonista del ciclo di quattro storie di donne e uomini morti adempiendo al loro dovere di cittadini.

Una puntata sarà dedicata a Emanuela Loi, la poliziotta 24enne dilaniata dall'esplosione per l'attentato al giudice Paolo Borsellino il 19 luglio del 1992. Un'altra a Mario Francese, redattore del "Giornale di Sicilia", ucciso nel gennaio 1979 e, infine, una dedicata a Renata Fonte, incorruttibile assessore di un comune nel Salento, ammazzata nel 1984.