televisione

Rai condannata per "I fatti vostri"

In una puntata una donna diffamò l'ex

22 Feb 2006 - 19:35

Ventimila euro. E' quanto alla Rai costerà la puntata de I fatti vostri, in cui una donna separata raccontò a Massimo Giletti la violenza con cui l'ex marito vessava lei e il figlio. L'uomo denunciò l'emittente pubblica per diffamazione e oggi può cantar vittoria. Per la Cassazione, infatti, la Rai risponde "per fatto proprio" delle interviste diffamatorie trasmesse nelle sue trasmissioni e deve pagare.

Quando si dice che è meglio lavare i panni in casa: questa potrebbe essere la morale della storia di Paola, che un bel giorno decise di raccontare i fatti propri in un'intervista nella trasmissione di Massimo Giletti dal nome emblematico I fatti vostri. In quell'occasione accusò l'ex marito "di maltrattamenti per indurla ad abortire, di abusi sessuali sul figlio minore di 8 anni, di sottrazione agli obblighi di assistenza familiare".

Accuse gravi che portarono l'uomo a ricorrere alla giustizia perché qualcuno pagasse dei danni arrecati da quelle parole pronunciate in diretta Tv. Così in primo grado il tribunale di Roma addebitò all'emittente televisiva una responsabilità per fatto proprio, condannandola ad una provvisionale di 20 mila euro in favore dell'uomo diffamato. Ma la Corte d'Appello della capitale, nel luglio 2004, annullò la responsabilità in sede civile della Rai, ritenendo che l'unica responsabilità fosse da attribuire alla ex moglie, condannata per diffamazione.

Ma l'uomo non si è dato vinto e si è rivolto da ultimo alla Cassazione facendo notare che l'intervistata aveva agito "quale prestatrice d'opera intellettuale in favore della Rai, fornendo attraverso il suo racconto la materia per la costruzione della trasmissione televisiva". E la quinta sezione penale gli ha dato ragione: ha riconosciuto la "responsabilità per fatto proprio" della Rai confermando la sentenza di primo grado. Secondo Piazza Cavour, infatti, la Rai nel momento in cui chiama in trasmissione "anche solo temporaneamente un ospite" ne diventa il committente. Di qui la sua responsabilità in sede civile e la condanna a pagare.

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