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Rai, polemiche per il reality "The Mission"
Porterà otto vip e le telecamere tra i profughi

Andrà in onda in autunno il programma ambientato in un campo di rifugiati Ancora riserbo sugli otto "famosi": Albano sicuro, in forse Paola Barale ed Emanuele Filiberto

Ap/Lapresse

Otto vip, per 24 ore al giorno davanti alle telecamere, in un luogo estremo. Non è il copione di un normale reality show, ma di "The Mission". Il programma andrà in onda sulla Rai da novembre e avrà una location davvero inedita: uno o più campi profughi africani. Immediate le proteste delle organizzazioni non governative che nelle zone di guerra e con i rifugiati lavorano da tempo e nell'indifferenza internazionale.

Sono già due le petizioni lanciate online per fermare "The Mission". La prima è quella promossa dalla piattaforma change.org. Forte l'appello lanciato sul sito: "Firma la petizione per fermare questo scempio che specula sul dolore della gente e spettacolarizza i drammi umani di chi vede ogni giorno negati i propri diritti".

Altrettanto netta la presa di posizione di activism.org: "Riteniamo inaccettabile che la televisione pubblica realizzi questo progetto. Lo sfruttamento della sofferenza cui sono sottoposti i profughi a fini di spettacolo non può essere tollerato ed è per noi motivo di indignazione. [...] Se personaggi come Albano Carrisi hanno bisogno di rispolverare la loro immagine si star ormai un po' sbiafite, non è certamente questa la soluzione".

Nessuna certezza per adesso sullo staff vip coinvolto nel reality: girano i nomi di Paola Barale, Emanuele Filiberto di Savoia, Michele Cucuzza e Barbara De Rossi, ma manca ancora la conferma. L'unico vip di cui pare sicura la presenza è proprio il contestato Albano. La location della puntata zero sarebbe stata quella del Sudan. 

Al centro della bufera anche l'Unhcr e l'Ong Intersos che avrebbero offerto la propria collaborazione alla Rai