L'artista risponderà alle polemiche e parlerà dei diritti dei gay. L'intervento posticipato dopo la gara canora
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E' il grande giorno di Adriano Celentano, oltre che la finalissima del Festival di Sanremo. Previsto mezz'ora di intervento e non oltre per dare spazio alla pubblicità. Marano, inviato dal dg Rai per controllare l'organizzazione, ha assistito alle prove. Celentano canterà tre canzoni, parlerà, risponderà alle critiche ma in una scenografia essenziale. Previsto l'intervento di Rocco Papaleo.
Prove blindate con il vicedirettore della Rai Marano
Adriano Celentano ha fatto le prove – come sempre a porte chiuse - per il suo secondo intervento all'interno del Festival di Sanremo. Seduto in platea c'era anche il vicedirettore della Rai Antonio Marano per accertarsi che vengano rispettati gli spazi pubblicitari tra l'intervento del Molleggiato e la ripresa della gara del Festival. C'era comunque un clima di cordialità tra l'artista, Marano e Claudia Mori.
Intervento posticipato
La performance di Adriano Celentano sembra sia stata posticipata rispetto alla prima serata. Il molleggiato dovrebbe esibirsi dopo la gara canora.
Tre canzoni, forse quattro e monologo
Il cantautore non parlerà solamente ma canterà tre canzoni: “La cumbia che cambia”, “Non so più cosa fare” e “Penso a te e cambia il mondo”. Ma non è escluso che le canzoni diventino quattro con l'intervento dell'amico Gianni Morandi. Il monologo è ispirato a tutto quello che Celentano ha letto in questi giorni e sulle polemiche che hanno scatenato le sue parole contro Avvenire e Famiglia Cristiana.
Niente bombe né spettacolo, scenografia essenziale
Non ci saranno ballerini, scene apocalittiche e giochi di luci stavolta. La parola d'ordine è essenzialità. D'altronde non è intenzione di Celentano riproporre le stesse cose di martedì scorso. Al centro della scena ci saranno le parole e le canzoni.
Il direttore generale della Rai: “Prevalga il buon senso”
Con un comunicato stampa si fa sentire anche Lorenza Lei, direttore generale della Rai: “Auspico comunque che il buon senso e la correttezza prevalgano nelle ultime due serate e che non sia necessario, al termine del Festival, procedere ad iniziative conseguenti e violazioni contrattuali”. E ancora: “I contratti sono il prodotto di percorsi negoziali complessi ma tali da garantire agli artisti di potersi esprimere liberamente (…) così come credo sia legittimo rivendicare la libertà di dissentire da affermazioni frutto di personali e opinabilissime valutazioni”. Insomma come dire “uomo avvisato...”.