le frasi dell'Olandese volante

L'inimitabile eredità di Johan CruyffI 10 aforismi del "profeta del calcio"

Ha scritto la storia da giocatore con le maglie di Ajax e Barcellona (ma anche Feyenoord e Levante ed una piccola tournee in Usa), ma l'ha scritta anche da allenatore. Ecco le 10 citazioni più celebri del "Pelè bianco"

24 Mar 2016 - 17:49
 © ansa

© ansa

Si è spento a 68 anni Johan Cruyff, stroncato da un cancro ai polmoni che dallo scorso ottobre lo affliggeva. Uno dei migliori calciatori e allenatori di ogni epoca, in entrambi i ruoli è riuscito a lasciare il segno e un'eredità tale da modificare il concetto e il modo di pensare il calcio. ecco le 10 frasi celebri del più famoso "14" della storia del football:

1- "Il peggio è vincere 1-0, giocando a casaccio, tutti all’indietro, maltrattando la palla, cercando il fallo, nella convinzione che questa sia la strada, la formula, la filosofia"

2- "Sul campo è importante dare libertà ai giocatori, anche se all'interno di uno schema. La distanza massima che un giocatore deve percorrere dev'essere di dieci metri. La libertà è ammissibile, solo se si produce il massimo rendimento dei giocatori di talento"

3- "Quello che conviene insegnare ai ragazzi è il divertimento, il tocco di palla, la creatività, l'invenzione. Alla radice di tutto c'è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio. La creatività non fa a pugni con la disciplina"

4- "Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget"

5- "Uno spettacolo inferiore determina una disaffezione per il calcio. Basta guardare le gradinate della maggioranza degli stadi italiani. La gente non è stupida: se non gli dai niente, non va allo stadio. E una gradinata vuota molto spesso grida più forte di una gradinata piena. Sono troppe 20 squadre, nate tutte per vincere qualcosa e alla fine una vince e le altre restano deluse""

6- "Il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tantomeno la puoi passare"

7- "Perché non avresti potuto battere un club più ricco? Io non ho mai visto un mucchio di soldi segnare un gol"

8- "Nessuna squadra corre così poco come il Barcellona: hanno sempre il pallone. Sono loro che decidono il ritmo della partita e decidono dove si gioca. C’è solo un pallone e chi ce l’ha decide"

9-
"Pirlo? Fantastico, ha una visione di gioco superiore e con un colpo mette la palla dove vuole. Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa... Le gambe da sole non bastano"

10- "È nauseante paragonare Maradona a Messi. Chi ha visto giocare Maradona se l’è goduto e tutti quelli che oggi guardano Messi dovrebbero restare incantati da Leo"

E concludiamo infine con due aneddoti che hanno visto il tre volte pallone d'oro protagonista, in entrambi i ruoli da lui ricoperti egregiamente.

Nel primo è ancora giocatore, un veterano, che incontra un giovanissimo Jorge Valdano (leggenda del Real Madrid), che racconta: "Verso la metà del secondo tempo, il gioco fu interrotto per un fallo senza importanza e Johan si mise a protestare. Siccome l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni, andai a dirgli che, se voleva, poteva lasciargli anche il fischietto. Ne approfittai per suggerire a Cruyff di tenere per sé quel pallone e di darcene un altro, visto che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi. Mi guardò con una certa aria misericordevole e chiese come mi chiamavo. 'Jorge Valdano» gli risposi. 'E quanti anni hai?» continuò. E io, obbediente: 'Ventuno». Fece una faccia che significava: chissà dove andremo a finire con questi giovani d'oggi, e dall'alto dei suoi gloriosi trent'anni mi mollò uno schiaffo dialettico: 'Ragazzino, a ventun anni a Cruyff si dà del lei»"

Da allenatore: "Un giorno Romario mi chiese 3 giorni di permesso per andare al carnevale di Rio. Gli risposi: 'Se domani segni 2 gol, ti concedero' 2 giorni di riposo in più degli altri». Il giorno seguente Romario segnò 2 gol nei primi 20 minuti e subito dopo aver segnato il secondo mi chiese di uscire. Gli domandai cosa fosse successo e avvicinatosi mi disse: 'Mister, il mio aereo per Rio parte tra un'ora'. Non ebbi scelta e mantenni la mia promessa"

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri