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Cagliari, ultras ancora scatenati

Incendiata la macchina di Grassadonia

03 Mag 2004 - 23:41

Ultras ancora protagonisti in negativo a Cagliari. I tifosi inferociti con il difensore Gianluca Grassadonia, autore di un'autorete nella gara persa 3-0 a Venezia, hanno incendiato l'auto del giocatore, parcheggiata davanti alla sua abitazione. Solo l'intervento dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero ad altri mezzi. La Questura ora svolgerà gli opportuni accertamenti per individuare le responsabilità.  

Questo per il Cagliari è stato davvero un anno disgraziato dal punto di vista dell'ordine pubblico, allineando la situazione del capoluogo sardo a quella di molti campi in tutta Italia, dove quest'anno la violenza sembra conoscere un'escalation senza fine. Tutto inizia il 13 ottobre con una serie di incidenti al termine dell'incontro con l'Ascoli che costano alla società la squalifica del campo per un turno. Ma il peggio deve arrivare il 17 novembre, quando durante la gara interna con il Messina un tifoso scavalca le recinzioni, entra in campo e sotto gli occhi di tutti colpisce con un pugno il portiere siciliano che cade a terra esanime: partita sospesa e tre turni (poi ridotti a due) di squalifica al campo dei sardi, costretti ad emigrare a Tempo Pausania. Ma non è finita. Ad Ancona, prima del match, l'autista di un pullman di tifosi sardi sbaglia strada e finisce dalla parte dello stadio occupata dai supporter di casa, innescando gli scontri che terminano con un lancio di lacrimogeni e tre sostenitori cagliaritani leggermente feriti. Adesso la violenza tocca gli stessi giocatori della squadra di Ventura.
Il diretto interessato intanto conferma di avere paura dopo quanto gli è toccato. "In questo momento - afferma Grassadonia - penso esclusivamente a stare vicino alla mia famiglia, che ne ha bisogno più di tutti perchè è rimasta scioccata. Purtroppo ci sono già passato sette anni fa, a Salerno. Allora avevo solo una figlia, di due anni, adesso ho tre bambini che hanno visto tutta la scena e sono rimasti traumatizzati. La bambina di 9 anni piange in continuazione, l' altro mio figlio di sei non parla, è ancora scioccato, così come è rimasta sconvolta mia moglie. A questo punto ti devi fermare un attimo e riflettere. Ho bisogno di ragionare, capire cosa sta accadendo e decidere il da farsi. Mi sembra riduttivo e stupido pensare solo all' autogol. Ieri Maldini ha provocato il rigore che è costato la sconfitta al Milan, allora cosa avrebbero dovuto fargli? No, penso che abbiano voluto colpirmi come simbolo, perchè sono a Cagliari da sette anni, e ieri ero anche capitano. Credo di aver dimostrato ai sardi, in questi sette anni, il mio grande attaccamento alla maglia, ma quando purtroppo le cose vanno male, e in questi ultimi anni la squadra non sta ottenendo buoni risultati, tutti i mali si identificano nei giocatori più anziani. Ora vorrei far passare un po' di tempo e poi decidere con calma quale sarà il mio futuro. E lo farò insieme con la mia famiglia, che in questo momento ha la priorità su tutto".
Purtroppo questo è un trend sempre più diffuso: dopo le aggressioni di Baldini (Napoli), Oliveira (Catania) e Pisciotta (Avellino), domenica è toccato anche due giocatori del Mantova, squadra del girone A del campionato di serie C2. Il giocatori Zalla e Pupita sono stati aggrediti dopo l'incontro perso per 1-0 a Legnano: Zalla è stato colpito con un calcione al fondoschiena, mentre Pupita si è salvato grazie all'intervento della polizia.