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Vittorio Sgarbi: "Avvicino Michelangelo alla gente e metto in scena l'arte..."

Il critico dʼarte, al teatro Manzoni dal 4 allʼ8 ottobre con il suo nuovo spettacolo "Michelangelo", racconta a Tgcom24 il successo del suo teatro "didattico"

Vittorio Sgarbi:
ufficio-stampa

Dopo lo straordinario successo dello spettacolo teatrale “Caravaggio”, Vittorio Sgarbi conduce il pubblico in una nuova avventura artistica alla scoperta dell'universo "Michelangelo".

Questo il titolo del suo nuovo spettacolo, in scena al Teatro Manzoni dal 4 all'8 ottobre, con il quale il celebre critico d'arte avvicina il pubblico alla vita e alle opere dell'artista con un intento preciso: "Ripartire dalla bellezza del Rinascimento"

La stupefacente arte di Michelangelo Buonarroti, scultore, pittore, architetto e poeta, si farà palpabile alle molteplicità sensoriali, grazie al coinvolgente racconto e all'innata capacità dialettica del celebre critico d'arte, oltre che alla suggestiva colonna sonora di Valentino Corvino (compositore e interprete in scena).

A cosa assisterà il pubblico a teatro?
Sarò accompagnato dal vivo dalle musiche del compositore Valentino Corvino, che per l'occasione ha creato delle musiche non propriamente rinascimentali, ma neanche romantiche, le quali però hanno la capacità di esprimere la forza e l'energia delle opere di Michelangelo. A questo si aggiungono le video installazioni del visual artist, Tommaso Arosio, ancora più definite e precise di quelle realizzate per "Caravaggio"...

Perché proprio Michelangelo?
In realtà ho avuto un'idea multipla, che purtroppo si è rivelata inapplicabile: fare uno spettacolo sul Rinascimento. Mi avrebbe permesso di cambiare ogni sera tema e poter parlare di volta in volta di ognuno dei grandi artisti di quel tempo. E poi c'era un'altra idea: dare il nome di Rinascimento ad un movimento politico. Ma si è parlato subito di propaganda impropria e conflitto di interesse, perché si promuoveva un'azione politica attraverso il teatro, allora ci siamo indirizzati sulla scelta di un nome, che del Rinascimento fosse l'espressione più alta, ovvero Michelangelo... Confesso che la mia idea iniziale avrebbe sicuramente raccolto più accoliti. Dal punto di vista della formazione degli italiani poi, mi creda, sarebbe stato più utile, mentre si parlava di Brunelleschi, di Leon Battista Alberti, di Donatello, di Mantegna, di Masaccio, di Botticelli sottolineare che l'Italia, politica, deve ritrovare i valori espressi nelle opere di questi grandi artisti. Bisogna dare valore alla bellezza e parlarne in teatro associando il concetto anche alla politica.


Lei parla di utilità, quindi teatro come mezzo per divulgare l'arte?
Mi pare che il successo dei miei spettacoli sia talmente ampio da mostrare un limite dell'altro teatro, quello tradizionale, che mette in scena, con molto talento certo, cose che accadono anche nella vita quotidiana. Io penso che quel tipo di teatro abbia superato il suo tempo. Qui c'è qualcosa di più stimolante: l'apprendimento. Al posto di una lezione scolastica sei a teatro e piuttosto che vedere una vita di cui non ti frega niente, qui metti insieme l'utile e il dilettevole, vai a teatro e ne esci sapendo cose che non sapevi. Andare a sentire "Michelangelo" vuol dire sentire qualcosa che aumenta la tua conoscenza.

Teatro didattico?
Sì ma la didattica è noiosa, qui c'è anche il divertimento, colpi di scena ... Impari e esci soddisfatto. Non sa quanta gente alla fine dei miei spettacoli viene a ringraziarmi, perché ho insegnato loro qualcosa. Il teatro è il luogo dove si mette in scena l'arte per avvicinarla alla gente.


Che Michelangelo verrà presentato in scena?
Un Michelangelo che si misura con i pensieri più alti, che la sensibilità umana esprime. Quindi parto con un parallelo con il 33esimo Canto del Paradiso, ispirazione della prima Pietà del Michelangelo. C'è un dialogo tra lui e Dante... Metto in scena un artista senza limiti e senza tempo. Lui è stato il primo scultore, pittore, architetto ad avere in sé il germe della rinascita delle arti. Per rendere più attuale la personalità di Caravaggio però avevo fatto dei parallelismi con Pasolini, che aveva una vita intensa e drammatica. Con Michelangelo non ci sono parallelismi con la modernità, ma farò riferimenti alle sue opere d'arte e alla forza che esse hanno di aprire verso la modernità verso Picasso, Moore, Marini, per arrivare a Giacometti, la cui opera tuttavia, a mio parere, viene addirittura superata in modernità da qualla di Michelangelo.  

La bellezza può salvare il mondo, Dostoevskij ne era convinto... Sgarbi?
Da un po' ormai ho rovesciato la formula, visto il declino dei tempi, perchè la bellezza è talmente minacciata, che è importante che il mondo salvi prima la bellezza, prima di esserne salvato. Se la bellezza non c'è ...

“Michelangelo”
di e con Vittorio Sgarbi
dal 4 all'8 ottobre
Teatro Manzoni, Milano
Feriali 0re 20.45, domenica ore 15.30
Prezzi: Poltronissima Prestige € 35,00 - Poltronissima € 30,00 - Poltrona € 25,00 - Under 26 € 20,00