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Venezia 78, applausi ed entusiasmo per "Dune" e "Spencer"

Grande serata al Lido, con i red carpet delle stelle e le proiezioni dei film che hanno riscosso l'apprezzamento del pubblico


Venezia 78, per "Dune" un red carpet di grandi star

Entusiasmo dei fan, applausi al passaggio dei cast, file nei pochi luoghi di ristoro, telefonini imbustati agli accreditati per l'antipirateria, code per ingresso in sala. Con "Dune", "Spencer" e "The Lost Daughter" alla Mostra del cinema di Venezia 78 si è vissuta una serata tale da far credere veramente che da qui possa partire la rinascita per il cinema.

 

Del resto la terza giornata (come il weekend) di Venezia 78 ha tutte le attrattive del caso: due dei film più attesi oltre a tutto il resto del programma, con red carpet degni delle migliori annate. Esaurite, praticamente non prenotabili a meno di tanta pazienza, le proiezioni di "Dune" di Dennis Villeneuve, fuori concorso. E alla proiezione ufficiale in sala Grande è stato un boato quando si è visto arrivare sul tappeto rosso Timothèe Chalamet e poi ancora Zendaya, Oscar Isaac, Josh Brolin.

 

Per "Dune", in prima mondiale, l'attesa era spasmodica: dai fan della fantascienza, dagli ammiratori del cinema di Villeneuve ("Arrival", "Blade Runner 2049") e ovviamente dai fan di quel talento giovane ma già carismatico di Chalamet per il quale si è infiammato il Lido con urla adolescenti . Tratto dal romanzo di Frank Herbert dei primi anni 60, "Dune" è molto di più di un filmone di fantascienza dal budget pare di capire illimitato: c'è potere, tradimento, lealtà ma anche politica e religione, strascichi del colonialismo, attese messianiche, fanatismi talebani e l'ossessione per la salvaguardia del pianeta, praticamente fatti salvi gli effettoni speciali strabilianti, mondi lontani (in realtà la Giordania e l'Ungheria, set del kolossal) , un film di attualità.

 

In concorso applausi per "Spencer" di Pablo Larrainin cui l'ex ragazzina di Twilight ora adulta di talento Kristen Stewart letteralmente si trasforma, il broncio sul viso, la piega ai lati dei capelli imitata da migliaia di donne, lo sguardo triste nella Principessa del Galles. Una favola tratta da una tragedia vera.

 

In gara per il Leone d'oro nella terza giornata anche "The Last Daughter", esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, tratto da un romanzo di Elena Ferrante e con Olivia Colman protagonista nel ruolo di "una madre snaturata" che non regge il peso della responsabilità delle due figlie da crescere mentre la carriera di letterata dovrebbe prendere il volo.

 

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