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Trent'anni di Afterhours: "Siamo autodistruttivi, nel bene e nel male"

La band celebra il traguardo con unʼantologia, in uscita il 17 novembre, e una data-evento al Forum di Assago

Trent'anni di Afterhours:
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Trent'anni di carriera per gli Afterhours, che festeggiano l'evento con un disco-antologia in uscita il 17 novembre, in cui hanno raccolto demo, inediti, foto e tanto altro.

Il frontman Manuel Agnelli ha fatto un bilancio con Tgcom24 di questo pezzo di storia personale e artistica: "Una cosa non è mai cambiata: l'approccio nei confronti della musica. Ho sempre avuto un atteggiamento autodistruttivo e non mi sono mai seduto. Con tutto il bene e il male che questo comporta".

Gli Afterhours per il loro trentennale si sono regalati un'antologia di quattro album ("Foto di Pura Gioia Antologia 1987-2017"), in uscita il 17 novembre, e una data unica al Forum di Assago il 10 aprile per festeggiare l'evento insieme ai fan.

La raccolta comprende oltre settanta tracce dagli inizi ad oggi e un diario di immagini e racconti, con impressi i momenti fondamentali della loro storia: "Abbiamo scelto i brani in ordine cronologico, selezionando quelli più rappresentativi per l'evoluzione del gruppo e non necessariamente quelli più conosciuti. La svolta è arrivata tre mesi fa, quando la nostra sala prove è andata a fuoco. Mettendo in salvo l'archivio abbiamo scoperto un sacco di materiale accatastato negli anni. In alcune registrazioni non riconoscevo nemmeno la mia voce, segno che è passato davvero un arco di tempo enorme". Grazie a questa raccolta "abbiamo finalmente concretizzato materialmente 30 anni di carriera. Psicologicamente ci ha aiutato a chiudere un periodo, in modo da poter ripartire più leggeri e fare cose diverse".

Tra le nuove sfide affrontate anche la partecipazione di Agnelli come giudice in un talent, che ha avuto su di lui un effetto straniante: "Per la maggior parte del pubblico, che ora mi conosce grazie alla tv, in questi 30 anni semplicemente non sono esistito. Questa è una cosa che mi fa paura, che la televisione possa determinare cosa è reale da cosa non lo è. Però quest'esperienza mi ha aiutato ad aprire i miei orizzonti e avvicinarmi alle persone, anche se non è stato facile per un misantropo come me". La popolarità di Manuel ha avuto un impatto importante anche sul gruppo: "Ho accettato questo ruolo con la speranza che la mia immagine potesse fare da ponte per la band. Ne abbiamo sicuramente guadagnato in visibilità e questo è un bene".

"La nostra gabbia fino a qualche tempo fa è stato avere un punto di vista ristretto, in nome della libertà e dell'indipendenza. Ma anche la coerenza artistica è un concetto relativo. Perché è difficile crescere artisticamente se non ti confronti con generi e mondi diversi dal tuo. Credo che la differenza tra noi e gli Stati Uniti sia proprio questa contaminazione senza pregiudizi, più che la ricchezza dei mezzi a disposizione" ha continuato lo storico frontman.

Una carriera costellata di successi e soddisfazioni, anche se non manca qualche rammarico: "Di noi si è sempre parlato per l'atteggiamento e si è prestata meno attenzione al livello musicale, soprattutto negli ultimi anni. Ma io ho sempre lavorato con musicisti di grande talento, credo sia stato un gran bel progetto da questo punto di vista".

Gli Afterhours festeggeranno il trentennale con una data-evento il prossimo 10 aprile al Forum di Assago. "Non suoneremo dal vivo per un bel po', perché volevamo fosse un appuntamento speciale. E' meraviglioso andare in tour quando hai una storia da raccontare, altrimenti diventa solo routine. Ho alle spalle quasi 2mila concerti e ora che possiamo permettercelo puntiamo a diversificare i nostri progetti" ha concluso.