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Venezia 80, la polemica di Favino: "Perché attori stranieri interpretano italiani come Ferrari?"

L'attore si scaglia contro il modus operandi delle produzioni hollywoodiane

Venezia 80, la polemica di Favino: "Perché attori stranieri interpretano italiani come Ferrari?" - foto 1
IPA

Il poliedrico Pierfrancesco Favino è in gara a Venezia 80 con ben due film, "Comandante" di Edoardo De Angelis e "Adagio" di Stefano Sollima.

In conferenza stampa, l'attore ha mostrato di avere il dente avvelenato con le produzioni di Hollywood che fanno interpretare ad attori americani personaggi di storie italiane. Come nel caso dell'ultimo "Ferrari" di Michael Mann. "C'è un tema di appropriazione culturale", ha sbottato, dicendo ironicamente "I Gucci avevano l'accento del New Jersey non lo sapevate?", citando la produzione di Ridley Scott "House of Gucci", a margine dell'incontro per "Adagio" di Stefano Sollima.

 

 

L'attacco

 In Concorso alla Mostra del Cinema c'è "Ferrari" di Michael Mann, con l'attore statunitense Adam Driver chiamato a interpretare Enzo Ferrari in quella che è a tutti gli effetti una biografia del fondatore della Scuderia Ferrari. Una storia tutta italiana. "C'è un tema di appropriazione culturale, non si capisce perché non io ma attori di questo livello non sono coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall'accento esotico", ha detto Favino a Venezia.

 

L'attore lamenta: "Non sono coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall'accento esotico. Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi. Ferrari in altre epoche lo avrebbe fatto Gassman, oggi invece lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano, se le leggi comuni sono queste allora partecipiamo anche noi".

 



La replica

  Né Michael Mann né Adam Driver hanno commentato le parole a Pierfrancesco Favino. A rispondere all'attore ci ha pensato Andrea Iervolino, produttore di "Ferrari." "Caro Favino, negli ultimi trent’anni, il cinema italiano non ha creato uno star system riconoscibile nel mondo. Restando chiuso a collaborazioni internazionali che in un mondo globale ritengo al contrario utili alla crescita del settore. Gli altri Paesi non americani hanno avuto invece un approccio diverso e forse vincente dando vita e luce a: Banderas, Bardem, Cruz, Cassel, Cotillard, Kinnam, Mikkelsn, Schoenaerts, Kruger che sono oggi nomi internazionalmente riconosciuti con un notevole e comunque discreto valore", ha spiegato Iervolino in un comunicato

 

E ha aggiunto: "In Italia al contrario, proprio per valorizzare e lanciare talent italiani, bisogna fare film internazionali, inserendo nel cast un mix di attori stranieri e nostrani. Solo cosi' i talenti italiani, che sono tantissimi e non tutti ancora scoperti, possono iniziare ad avere visibilità a livello mondiale per poi essere protagonisti di' film che potrebbero costare intorno ai 100.000.000 dollari come Ferrari. Il cinema italiano deve guardare oltre il proprio Paese e mettere in campo sinergie con l'industria internazionale che vuole investire sulle icone del made in Italy. Film come Ferrari che vengono distribuiti in 150 paesi nel mondo promuovono profondamente l`Italia e il genio italiano nel mondo dando lustro e visibilità al nostro Paese! Per rilanciare il cinema italiano, quindi la produzione Made in italy e di conseguenza gli artisti devono realizzare film con storie che parlano a tutto il mondo, con star internazionali che lavorano fianco a fianco con i nostri talenti e con le nostre maestranze locali con l`unica finalità di valorizzare quanto meritano le storie italiane e gli attori italiani". E ha concluso: "Solo per fare un esempio in linea: nel nostro film 'Modigliani' diretto da Johnny Deep, Riccardo Scamarcio sarà uno dei protagonisti principali, e sarà affiancato da Al Pacino e tanti altri, ma ovviamente non è un film che costa cento milioni, ha un budget molto più modesto e quindi può sperimentare una formula a cast misto che darà molta luce e visibilità a Scamarcio e a tutti gli altri attori non internazionali che faranno parte del cast".

 

Fotogallery - Venezia 80, il red carpet del film "Adagio"

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