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Sergio Cammariere: "Che bello dividere il palco con Gino Paoli e Danilo Rea"

Lʼartista calabrese sarà protagonista con Gino Paoli e Danilo Rea di uno show speciale per Telethon a Milano, il 20 novembre

Sergio Cammariere:
fabrizio-fenucci

Tre big della canzone e della musica italiana per una buona causa.

Sono Sergio Cammariere, Gino Paoli e Danilo Rea che, il 20 novembre, all'auditorium di Milano, saliranno insieme sul palco per uno show organizzato da Bnl, i cui ricavati andranno tutti alla Fondazione Telethon. "Sarà uno spettacolo dove oltre ai nostri repertori ci divertiremo a omaggiare la musica cantautorale italiana" dice Cammariere a Tgcom24.

Tre nobili rappresentanti della scena musicale italiana sullo stesso palcoscenico: Cammariere e Paoli, distanti per generazione ma uniti dal comune amore per la parola in musica e da uno stile sempre raffinato, viaggeranno sull'onda dell'emozione legata ai grandi successi che hanno scandito e continuano a scandire il gusto ed i costumi del nostro Paese; e intanto al pianoforte di Danilo Rea, interlocutore privilegiato dell'uno e dell'altro e naturale complemento della voce senza tempo di Paoli, si apriranno spazi solistici di sorprendente virtuosismo. Una collaborazione, quella tre i tre artisti, che prosegue da qualche anno. "Siamo già stati a giugno alla Milanesiana, e proporremo circa lo stesso concerto - spiega Cammariere -. Con loro due la collaborazione è iniziata un paio di anni fa e abbiamo fatto già una dozzina di concerti".

Cosa si deve aspettare chi non vi ha già visto e verrà all'auditorium milanese?
Il concerto è composto di tre set distinti. Danilo e Gino fanno i primi quaranta minuti. Poi ci sono io con la mia band. Dopodiché presenteremo il brano che abbiamo fatto insieme io e Gino Paoli, "Cyrano". E poi c'è il momento topic…

Ovvero?
Ci sono due pianoforti a coda e avviene la famosa triunion… i due pianoforti si incontrano e omaggiamo l'omaggiabile, soprattutto la musica dei cantautori italiani. Tenco, Lauzi, Endrigo. E chiuderemo con "Senza Fine".

Sergio Cammariere:
ufficio-stampa

Come è avvenuto l'incontro tra tre e Paoli?
Proprio con "Cyrano". Era da tempo che volevo scrivere una canzone con il maestro e gli ho mandato diversi brani. Lui ha scelto questo come musica che lo convinceva e ha scritto il testo.

E così si sono uniti i vari mondi musicali...
Diciamo che coabitiamo gli stessi universi musicali, c'è il mondo francese, quello brasiliano. E anche se c'è una piccola differenza generazionale i punti in comune sono tanti, al punto che io sono stato definito un Paoli del 2000. Lui è stato uno dei miei grandi ispiratori. È un bell'incontro, funziona e ci divertiamo.

Com'è lavorare così in team?
Intanto io mi trovo a fianco di un monumento della musica nazionale. Lui ha 10/15 canzoni di livello assoluto, che è una cosa pazzesca. E anche se la differenza di età tra di noi non è così spiccata, perché io sono uscito piuttosto tardi, mi dà consigli su tutto, anche sul modo di vestirmi. Ho scoperto un amico. Queste contaminazioni nascono principalmente per un desiderio di umanizzarsi, rimanere collegati a questo filo invisibile di mamma musica che comprende anche noi.

E' appena uscito "Piano", il tuo album interamente strumentale. Una scelta coraggiosa...
Un album mel quale c'è la mia vita, perché è da quando sono bambino che suono musica pianistica. Tutte le mie canzoni sono nate da suggestioni pianistiche. Ho sempre desiderato fare un lavoro solo di piano e ho potuto farlo solo oggi perché sono un artista indipendente, che non dipende da una casa discografica. Mi rendo conto che ci vuole un po' di tempo per comprenderlo e percepirlo. 

Lo ritieni un lavoro difficile?
No, ma capisco che serva una condizione ispirata nell'ascoltare una musica così particolare, morbida, intima e profonda. Prima o poi arriverà il momento in cui un brano come “Tema di Malerba” ti apre il cuore.

Ne parli quasi con emozione...
Sono molto felice per questo disco. Non solo perché sono il primo cantautore in Italia a fare un lavoro del genere ma perché per me è un traguardo, una sorta di riscatto. Per questo chiedo un po' di pazienza.

A Milano suonerai alcuni dei brani di "Piano"?
Si, ne faccio sempre due o tre. Ma ovviamente, quando li ripropongo dal vivo non li faccio come sono su disco. Io sono un'anima che si esprime al momento, dall'impronta jazz e quindi anche suonare su un pianoforte diverso può spingermi a cambiare la diteggiatura o a interpretare diversamente il pezzo.

PER INFORMAZIONI E BIGLIETTI
I biglietti del concerto sono disponibili in tutte le Agenzie BNL di Milano
e direttamente presso l'Auditorium di Milano (tel. 02/83389401-2-3)