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Sam Smith: "Il successo ha stravolto la mia vita e ho messo il mio dolore in un disco"

Il cantante inglese pubblica "The Thrill of It All", secondo album dopo il successo enorme ottenuto con il debutto di "In The Lonely Hour". Tgcom24 lo ha incontrato

Sam Smith:
ruven-afanador

Diventare di colpo uno degli artisti più famosi e venduti del mondo e uscirne con la vita a pezzi.

E' quello che è successo a Sam Smith dopo il primo folgorante album. Tutto il malessere che ne è seguito è finito nelle canzoni di "The Thrill of It All", lavoro che esce venerdì 3 novembre. "Questo album per me è molto più oscuro, riflette un periodo della mia vita durante il quale non mi piacevo - racconta -. Ma è stato curativo, la musica lo è sempre".

Desiderava salire in cima al mondo e lo ha fatto. Ma con costi pesanti per la propria stabilità emotiva e per la sua vita privata. Oggi però Sam Smith è decisamente una persona più serena e diversa. Tanto che dopo i 12 milioni di copie vendute e i 4 Grammy portati a casa, si è permesso di realizzare un disco tutt'altro che ruffiano, dove i beat accattivanti lasciano il posto al pianoforte e soul e gospel vanno a braccetto per una serie di composizioni dove la sofferenza emerge a tratti palpabile.

Sam Smith:
ruven-afanador

"Ho sempre desiderato diventare famoso - racconta -. Ero affamato di successo. Ho sempre sognato di organizzare grandi show, girare il mondo... Questa è la storia di come ho reagito alla celebrità e di come la mia relazione sentimentale ne sia uscita distrutta. Come ha detto Lady Gaga una volta il successo non cambia te, ma il mondo che ti circonda. Io sono il ragazzo di sempre, ma intorno a me tutto è stato stravolto".

E il nuovo album è di fatto il racconto di come ciò sia accaduto. "Tutta la mia musica affonda nella parte più profonda e fragile del mio essere - spiega - Per me ogni volta che entro in studio è come una sessione di terapia: l'oscurità e la malinconia sono le sensazioni che accendono la mia creatività. Anche nella musica che ascolto o nei film che guardo mi stimolano le storie tragiche".

Al punto che un brano come "Too Good At Goodbyes", primo singolo capace di raccogliere subito 40 milioni di streaming, per nascere ci ha impiegato un po' di tempo. Perché la leggerezza che la rottura sentimentale aveva portato con sé aveva anche innestato una sorta di blocco creativo. "Credo che per tutti il dolore sia lo stato d'animo più fecondo a livello artistico" conferma lui.

Sam Smith:
ruven-afanador

Tra i brani più significativi dell'album c'è "Him", che racconta la storia di un coming out fatto con orgoglio ma anche con un certo senso di colpa nei confronti di un padre che si aspettava altro dal proprio figlio. "Ora mi sento molto più a mio agio come persona gay - racconta Smith -: lo sono sempre stata apertamente, a 10 anni avevo già fatto coming out e dai 16 ai 18 anni mi vestivo e truccavo da donna, ma negli ultimi 5 anni sono cresciuto come uomo gay, mi sento parte di una comunità e voglio esprimerlo al pubblico".

A maggio Sam Smith debutterà dal vivo in Italia. Nel 2015 il tour previsto saltò per colpa di un grave problema alle corde vocali, che richiese un intervento chirurgico e non solo. La voce di Sam, sempre spinta al limite, è costantemente a rischio e per questo, pur di preservarla, lui si sottopone a un regime stretto di dieta e a svariate rinunce. "Non bevo alcool da 3 mesi e mezzo, non mangio più formaggio, prendo antiacidi ogni sera, non bevo troppo caffé: tutto pur di non cantare mai in playback, come fanno purtroppo altri artisti".

Sam Smith sarà al Mediolanum Forum di Assago (11 maggio) e all'Arena di Verona (12 maggio), date per le quali sono stati già venduti piu' di 7mila biglietti: "Non so come sarà lo show, ma mi divertirebbe moltissimo comparire sui tacchi o in versione drag queen almeno per qualche minuto!".