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Ozpetek porta le sue "Mine Vaganti" a teatro: "Nessuno sentirà la mancanza del film"

Lo spettacolo, tratto dall'omonima pellicola del 2010, sarà in scena al Manzoni di Milano fino al 20 marzo

"Mine Vaganti" di Ozpetek va in scena a teatro, guarda alcuni scatti dello spettacolo

Due David di Donatello e cinque Nastri d'Argento, "Mine Vaganti", uno dei capolavori cinematografici di Ferzan Ozpetek approda sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Milano (fino al 20 marzo).

Una sfida intrigante e riuscitissima per il regista che firma la sua prima regia teatrale, con un cast di tutto rispetto: "La sfida è già stata vinta", dice Francesco Pannofino, protagonista dello spettacolo (nel film Ennio Fantaschini, ndr), "perché abbiamo sempre riempito i teatri e nessuno ha mai dimostrato nostalgia della pellicola, anzi...". Con lui sul palco anche Iaia Forte e Simona Marchini nei panni dell'indimenticabile nonna (nel film Ilaria Occhini, ndr).

"La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola", così Ozpetek racconta la genesi di questo spettacolo, che ha debuttato nel 2020, ma che ha dovuto fare i conti con le chiusure teatrali a causa del Covid e che adesso torna sui palcoscenici italiani.

 

 

Intatti lo spirito del film e la trama anche se si è dovuto lavorare per "sottrazioni", come spiega il regista: "Lasciando però quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento". 

 

 

Ambientato non più in Salento ma in una cittadina "tipo Gragnano o lì vicino... dove un coming out ancora susciterebbe scandalo" la storia è dunque quella del film: "Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità...".

 

Sull’attualità dello spettacolo Pannofino non ha dubbi: "Oggi più che mai, basta vedere quanti episodi di omofobia ci sono ancora...".  Lo stesso Ozpetek spiega: "Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile":

 

Tecnicamente il regista italo-turco ha inevitabilmente dovuto fare delle modifiche: "Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente".

Proprio sull'aspetto "comico" dello spettacolo interviene Iaia Forte: "In scena sono la madre di due bellissimi ragazzi che rappresentano il perno di una storia che è divertente e amara allo stesso tempo; ma qui sul palcoscenico, rispetto a quanto avviene davanti al film, forse si ride di più...".

E se a teatro si va per pensare ma soprattutto per divertirsi Ozpetek ha fatto sicuramente centro: "Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce".

 

Al Teatro Manzoni fino al 20 Marzo
feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30

sabato 19 marzo ore 15,30 e 20,45
 

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