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Morrissey: "L'Italia è il Paese più pericoloso al mondo"

Lʼex frontman degli "Smiths" rincara la dose e dopo le polemiche dei giorni scorsi torna allʼattacco sui media anglosassoni

Morrissey:
ansa

Non si placa la polemica tra Morrissey e l'Italia.

L'ex frontman degli "Smiths" nei giorni scorsi ha denunciato di essere stato fermato da un poliziotto armato a Roma che gli avrebbe puntato la pistola addosso, soltanto perché non aveva i documenti. Per questo poi ha anche deciso di annullare il tour nel nostro Paese. il musicista ora rincara la dose e intervistato dalla stampa anglosassone attacca: "L'Italia è il Paese più pericoloso al mondo".

Il cantante inglese, in una conversazione con Metro Uk, conferma il fermo, spiega di essere stato provocato dall'agente e non manca di aggiungere le sue considerazioni: "Se una cosa del genere può succedere a me a Roma in pieno giorno, allora l`Italia è al livello della Siria per stabilità morale". Passa poi a osservazioni di geopolitica: "Con psicopatici armati liberi nelle strade di Roma, i migranti in arrivo presto si affolleranno ai confini italiani per tornare in Libia".

 

E se la Questura ha raccontato che l'artista ha "percorso via della Frezza contromano, arrivando a tutta velocità in una via del Corso affollata per lo shopping dei saldi", Morrissey non ci sta e attraverso il nipote Sam Esty Rayner sottolinea: "Morrissey non stava guidando. Rayner non stava guidando. Il guidatore ha mostrato i documenti e non ha avuto nessuna multa per infrazione stradale. Il poliziotto ha puntato una pistola su Morrissey perché non aveva i documenti".