In concomitanza con l'ottantesimo anniversario della resistenza. Ecco chi ci sarà dal vivo. L'intervista al direttore artistico Davide “Dudu” Morandi, cantante dei Modena City Ramblers
di Luca Freddi© Ufficio stampa
Riprendendo in mano il disco "Materiale Resistente", è impossibile mettere da parte un carico emotivo che intrecciava il momento politico e musicale italiano in cui è nato. Il 14 giugno a Savoniero di Palagano (Modena) si celebra il trentesimo anniversario di quello storico concerto tenutosi nel 1995 a Correggio (poi diventato disco e film) che ha coinvolto alcune delle più importanti band della scena indipendente italiana di allora. Trent’anni dopo, l’Associazione Col Passo A Tempo Di Chi Sa Ballare ripropone la formula di "Materiale Resistente", momento di rinascita per il racconto in musica della Resistenza e, per l’edizione 2025 coinvolge i protagonisti dell’epoca.
L’Associazione, composta dalle ragazze e dai ragazzi della Val Dragone, presieduta da Giovanni Braglia, per questa edizione, ha affidato a Davide “Dudu” Morandi, cantante dei Modena City Ramblers, la direzione artistica dell’evento. Proprio lui ha raccontato a Tgcom24 questa celebrazione in concomitanza con gli 80 anni della Liberazione e il cast dell’edizione che sarà composto da Modena City Ramblers, Africa Unite Combo Session, Yo Yo Mundi, Gang, Luca Morino e Tatè Nsongan (Mau Mau), Giorgio Canali & Rossofuoco, Dish-is-Nein (ex Disciplinatha), Mara Redeghieri, Umberto Palazzo, Fabrizio Tavernelli (AFA).
Quanto è stato importante per te quel 25 aprile, quel concerto e poi disco?
Per me è stato importante intanto perché ero davanti al palco nel fango di Correggio. Ero andato per sentire ovviamente i Modena City Ramblers, che erano amici che seguivo già, e anche gli altri gruppi. Avevamo già l'idea che quello sarebbe stato un evento importante, uno di quegli a cui bisognava esserci, e far sentire la propria partecipazione a chi era sul palco. E' stato un momento importante proprio perché poi da lì è ripartita tutta quella è stato un momento di rinascita e di ripartenza per un certo tipo di musica. Soprattutto quella musica che raccontava la Resistenza. Fino ad allora c'era poca consapevolezza di quello che era stata la Resistenza cantata in musica. Da quel momento in poi ci sono state tante canzoni di tanti gruppi: penso agli Yo Yo Mundi che hanno raccontato la Resistenza in maniera meravigliosa e gli stessi Modena City Ramblers poi negli anni hanno sempre dedicato parte della loro produzione musicale e ancora oggi. Siamo appena usciti con quattro nuovi pezzi sulla Resistenza proprio quest'anno per celebrare l'ottantesimo anniversario. Su quel palco c'erano gruppi che poi hanno fatto la storia della musica italiana per un certo verso.
Com'è nata l'idea di riproporre quel concerto e quanto è legato all'anniversario della Liberazione?
Quello c'entra perché quest'anno partendo dai MCR abbiamo pensato di celebrare l'ottantesimo della Liberazione e il ventesimo di "Appunti Partigiani". Con nuove canzoni, un Ep, abbiamo anche scritto un libro di racconti resistenti, e stiamo facendo un tour incentrato sulla Resistenza e sul ricordo. Ci siamo accorti che il 2025 sarebbe stato anche il trentennale di "Materiale Resistente", quindi c'era una congiunzione astrale. Con l’Associazione Col Passo A Tempo Di Chi Sa Ballare, di cui faccio parte, avevamo cominciato a pensare al festival resistente di quest'anno, che facciamo da tempo, solitamente nel secondo weekend di giugno intorno al 18, che è anche l'anniversario della Repubblica partigiana di Montefiorino. E abbiamo detto, perché non proviamo a riproporre quel concerto. Tutto è partito con due chiacchiere davanti a una birra, poi pian piano abbiamo cominciato a contattare i gruppi, uno per uno.
Ci saranno quasi tutti i protagonisti di trent'anni fa
Sì assolutamente, anche se alcuni gruppi non esistono più ahimè. I Mau Mau non ci sono più però c'è Luca Morino con Tatè Nsongan. Come pure gli Ustmamò, ma ci sarà Mara Redeghieri. Sui Csi diventava una cosa difficile per tanti motivi, sia perché a Giovanni Lindo Ferretti adesso magari certe cose non interessano, sia perché i Cccp stanno iniziando il tour finale, Però ci sarà Giorgio Canali che rappresenta quel movimento. Non ci saranno i Lou Dalfin, perché Sergio Berardo aveva già questo impegno preso da mesi per un festival in Francia, e i Marlene Kuntz non riusciranno a esserci per vari impegni. Però tutti gli altri ci sono, dagli Africa Unite ai Modena City Ramblers, Gang, Yo Yo Mundi, gli ex Disciplinatha. Insomma un bel tuffo negli anni 90, importante e bello per chi è cresciuto con quella musica ma anche per chi non ci è cresciuto e per chi ne ha solo sentito parlare.
Cosa suoneranno i gruppi? C'è un'assegnazione dei brani?
C'è libertà totale. Io ho cercato di creare la set list che non è stato facile. Tra l'altro sarà tutto fatto come una volta, in maniera molto garibaldina, nel senso che nessun gruppo farà il soundcheck. Si arriva, si sale sul palco 10 minuti di linecheck e si suona come si faceva in quegli anni. Altrimenti per riuscire a fare una cosa del genere bisogna partire quattro giorni prima come il Concerto del Primo Maggio a Roma. Ognuno avrà 20-30 minuti a disposizione. Suppongo che ognuno proporrà qualcosa che ha a che fare con la Resistenza col resistere di allora ma anche di oggi. Con i MCR probabilmente faremo "I cento passi", che per noi è una canzone resistente di oggi.
La scelta del luogo del concerto è legata a dove si trova la vostra associazione?
L'associazione è lì, nasce in Val Dragone, una valle partigiana che trasuda resistenza, sia per la Repubblica di Montefiorino che è stato teatro di combattimenti e di stragi. Io abito a Monchio di Palagano che ha subito il 18 marzo 1944 una delle peggiori stragi nazifasciste. Una strage dimenticata, le cui condanne sono arrivate nei primi 2000. Si parla di 148 civili vecchi, donne e bambini massacrati in una mattinata in quattro frazioni di Palagano. I ragazzi del luogo ci tengono molto a portare avanti il discorso della Resistenza e della memoria. Già da qualche anno organizziamo questo festival e l'abbiamo sempre fatto a Palagano oppure a Monchio. Quest'anno abbiamo scelto Savoniero perché ci sono le strutture adeguate per un concerto grosso come questo. Avremo il palco coperto quindi si farà anche in caso di maltempo. Gli altri anni erano comunque concerti grossi perché sono venuti Punkreas, Gang, Paolo Benvegnù, Mercanti di Liquori.
Per te c'è ancora oggi quello spirito di Materiale Resistente? E' ancora vivo nel panorama musicale italiano?
Per i gruppi che ci saranno, sicuramente sì. Quando li ho contatti hanno proprio detto che sarebbe stato bello far sentire che per noi queste cose sono ancora importanti e ci crediamo ancora e possiamo raccontare ai giovani queste storie e suscitare interesse. Invece nel panorama musicale italiano è un momento un po' particolare. Se penso ai nuovi artisti è un po' difficile che uno di loro abbia voglia di raccontare la Resistenza.
Ed essere politico?
C'è chi lo fa, c'è chi prova a farlo a modo suo con i nuovi linguaggi. Penso per esempio a Ghali che ha acquistato di tasca sua una nave per le ong che raccolgono i migranti in mezzo al mediterraneo: quello è un atto politico fortissimo a mio modo di vedere. Ovvio che oggi anche una piccola cosa che magari 30 anni fa sarebbe passata assolutamente inosservata, come i Patagarri che richiamano la strage di Gaza sul palco del Primo Maggio, adesso ha una risonanza maggiore proprio perché c'è più silenzio intorno. Ecco che diventa un'eccezione incredibile. La società di oggi è molto attenta a non passare certi limiti e a non esporsi. E c'è proprio disinteresse in generale, verso la politica e l'impegno.