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Massimo Lopez e Tullio Solenghi dopo 15 anni di nuovo insieme sul palco: "Con il nostro stile e una comicità jazz"

Dal 6 all'11 novembre al Teatro Manzoni il nuovo show dei due comici, coadiuvati sul palco dalla Jazz Company

Massimo Lopez e Tullio Solenghi dopo 15 anni di nuovo insieme sul palco:
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Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco dopo 15 anni come due vecchi amici che si ritrovano.

Il loro nuovo show, di cui sono interpreti ed autori, coadiuvati dalla Jazz Company, va in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 6 all'11 novembre. A Tgcom24 raccontano questo spettacolo che propone una carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni, interazioni col pubblico... e un ricordo di Anna Marchesini.

Quindici anni dopo tornate in scena insieme. Cosa ha messo in moto questo nuovo spettacolo e come è nato?
Era tanto tempo che volevamo fare qualcosa insieme. Poi c'è stata l'occasione di "Tale e Quale show" con Carlo Conti, che ci ha visti protagonisti di vari duetti in alcune puntate del programma tv. Lo stresso Carlo ci ha suggerito di tornare sul palco per fare qualcosa anche di musicale. In pratica quindi, noi avevamo già intenzione di tornare sul palco e poi è arrivato lui e ci ha dato questa forte spinta: allora abbiamo pensato di fare uno spettacolo tutto nostro.

Cosa è cambiato dai vostri vecchi spettacoli, c'è un filo che li collega?
Qui ci siamo scoperti autori di noi stessi, come non accadeva dai tempi del trio. Abbiamo recuperato quello che forse non c'è mai mancato, il nostro stile, il nostro marchio di fabbrica. E' uno spettacolo reinventato rispetto a quelli che facevamo una volta e con un'importante componente musicale.

Infatti c'è un'orchestra jazz sul palco? Cosa cantante?
Insieme a noi ci sono 5 musicisti che suonano dal vivo e ci accompagnano in una sorta di una colonna sonora, inframmezzando i vari siparietti ,sketch e gli ingredienti della serata. Riproponiamo i duetti, come quello di Simon e Garfunkel, e Dean Martin e Frank Sinatra. E c'è anche un omaggio a Giorgio Gaber (di Solenghi).

A proposito di jazz, questo genere musicale ha qualcosa a che fare con il vostro modo di stare sul palco tra improvvisazione, satira, arte drammatica?
Esattamente questo. Noi siamo un po' jazz nella nostra comicità, abbiamo una scrittura rigorosa ma che dà la possibilità di aperture e quindi a improvvisazione

La comicità è cambiata negli anni. Vi siete dovuti adattare a un nuovo tipo più attuale?
Siamo come l'arma dei Carabinieri, fedeli nei secoli. Anche perchè stiamo riscuotendo un successo anche superiore alle aspettative: veniamo da 100 repliche tutte esaurite e ne avremo altre 120. La gente ci ritrova in questo genere. Certo la comicità è di sicuro cambiata rispetto a quella che facevamo noi, ora è molto più epidermica. Quella di adesso è più di zapping, più mordi e fuggi. C'è meno umorismo di situazioni, quello sul quale si basavano i nostri pezzi.. Senza nessuna presunzione, ma perché la sappiamo fare così, noi riproponiamo il nostro stile

Da quando si alza il sipario al ritrovarsi davanti alle platee: che sensazione provate, nuove o ritrovate?
Ci sembra che non sia passato il tempo, per fortuna. Il nostro è un tipo di pubblico non è solo quello degli aficionados ma quasi di parenti. Alla fine vediamo che c'è sempre qualcuno che ha qualche aneddoto della propria vita legato ai nostri 12 anni di Trio. Questo inorgoglisce e responsabilizza. C'è anche una fetta di pubblico giovanile che ci ha intercettato sulla Rete e vuole venire a vedere se le sensazioni viste nei video sono comprovate dai fatti. Noi non riprononiamo i pezzi del passato, ma c'è un nostro stile che è sempre quello e riconoscibile. E abbiamo inserito un ricordo di Anna, molto particolare ed emozionale.