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Lisa Hannigan: "Mi ero persa ma ho ritrovato me stessa e la musica"

La cantautrice irlandese ha pubblicato "At Swim", un nuovo album tra atmosfere retrò e testi intensi e personali. Tgcom24 lʼha incontrata

Si intitola "At Swim" il terzo, atteso, album di Lisa Hannigan.

La cantautrice irlandese è tornata con un album dalla genesi tormentata. Decisivo per la sua nascita l'apporto di Aaron Dessner, chitarrista dei The National, qui in veste di co-autore  e produttore. "Ho avuto un blocco creativo - spiega Lisa a Tgcom24 -. E' stata dura ma sono felice sia andata così perché le mie difficoltà hanno contribuito alla formazione del disco così com'è".

Dopo due anni di tour in supporto al precedente lavoro, "Passenger", Lisa si è trovata in una sorta di limbo. Divisa tra Dublino e Londra per la nascita di un nuovo amore si è in qualche modo persa. E non hanno aiutato i molti altri impegni come il cartone animato "Song of the Sea" (nominato all'Oscar), la colonna sonora di "Fargo" e di "Gravity" (vincitore di un Oscar) e il contributo, sia economico che come ospite, a "Soundings", un podcast di grande successo dove ha avuto modo di intervistare gente come Harry Shearer, Sharon Horgan e David Arnold. Il risultato sono stati quasi tre anni di distanza tra un lavoro e l'altro. "Mi ha preso molto più tempo di quanto avrei pensato - dice lei -. Durante il tour non ho scritto molte canzoni, il ché per me era abbastanza strano ma ho pensato fosse una fase".

E invece?
Quando ho finito di girare per concerti la situazione non è cambiata. Ho attraversato davvero un periodo orribile. Mi sedevo ogni mattina e non mi veniva nulla o mi veniva canzoni orrende. Scrivevo delle canzoni e mi piacevano per lo spazio di 15 minuti.

E poi cosa è successo?
A un certo punto ho ricevuto una mail da Aaron Dessner che mi chiedeva se fossi interessata a scrivere qualcosa insieme o se lui poteva produrmi l'album. La mia risposta è stata... Si!! In quel momento è come se si fosse sbloccato qualcosa. L'idea di fare qualcosa insieme mi ha dato fiducia e ho iniziato a scrivere e mandargli via telefono le mie idee. E alla fine tutto è nato in pochi giorni. 

In questi anni ti sei trasferita a Londra. Come ti trovi?
E' ok. Devo dire che in realtà mi divido tra Dublino e Londra. Mi sento un po' sola. Dublino è una città molto socievole, in modo naturale. Incontri i fan ai concerti e poi li rivedi in giro. A Londra mi sono sentita isolata.

Quanto ha influito sul mood del disco?
Il disco è stato scritto un po' in giro, ma gran parte è londinese. E questo ha contribuito a quella sensazione di sentirsi perduta. Se fossi stata a Dublino forse sarebbe stato diverso, ma non mi sento di affermalo con certezza.

"At Swim" è un album più malinconico dei precedenti, in questo senso la copertina in bianco e nero restituisce perfettamente le sue atmosfere...
Quando hai una canzone devi darle il miglior vestito possibile. Il disco è così perché è il frutto di tutto ciò che ho provato nei mesi precedenti.
Il sentirsi perduta, smarrire la fiducia in se stessi e sentirsi sradicati dal mondo... beh, sono contenta sia andata così perché ne ho fatto comunque tesoro. E' stata dura ma se non avessi attraversato quei momenti il disco non sarebbe venuto in questo modo.

L'acqua è l'elemento unificante di molte canzoni. E' stato un caso o avevi intenzione dall'inizio di usare l'acqua come metafora di molte cose?
L'acqua e il mare sono una metafora molto ricca che ho usato tanto anche in passato, nei dischi precedenti. Rappresenta molto per me. Ma in questo più mai l'immagine dell'essere fluttuante, in mano a un'energia fortissima che ti trascina, è stata fondamentale.