L'etoile milanese "maitre du ballet" del "Gala di Balletto", in scena al Teatro Manzoni di Milano martedì 17 febbraio
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"Il balletto classico? Non morirà mai. Per la bellezza c'è sempre posto, quando qualcosa fa vibrare ed emoziona allora bisogna mostrarlo al pubblico". A Tgcom24 Liliana Cosi, ballerina e "maitre du ballet" presenta il "Galà di Balletto", in scena al Manzoni di Milano il 17 febbraio con la Compagnia Balletto Classico di cui è fondatrice insieme a Marinel Stefanescu.
Uno spettacolo che ha come obiettivo quello di raggiungere e parlare all'intimo degli spettatori per suscitare gioia, poesia, stupore e speranza. "Questo il senso del balletto classico, ieri, oggi, sempre", racconta Liliana Cosi a Tgcom24. Una serata per far apprezzare e riscoprire al pubblico capolavori di ogni tempo sia nel campo musicale che della danza. Un'esperienza che avvicina la cultura al grande pubblico. Sulle musiche di Liszt, Ciaikovski, Chopin, Beethoven, Albinoni e molti altri i 13 ballerini della compagnia Balletto Classico, fondata da Liliana Cosi e dal coreografo Marinel Stefanescu nel 1978, propongono al pubblico alcuni capolavori del repertorio del balletto classico e altri creati appositamente.
C'è ancora spazio per il balletto classico?
Quando qualcosa comunica emozioni come fa la danza allora la risposta è sì. I grandi virtuosisimi, come quelli che si vedranno in scena durante lo spettacolo e che fanno parte della danza, emozionano e fanno vibrare, toccando altissimi livelli, con un inevitabile forte impatto emotivo sul pubblico.
C'è stata un'evoluzione del balletto nel tempo?
Certo, la tecnica si è evoluta. Tutto si è perfezionato, lo studio del corpo e dei movimenti è andato avanti, è stato sviluppato per permettere ai ballerini di dare il massimo soprattutto a livello fisico.
La danza classica e i giovani...
Ai giovani andrebbe mostrato di tutto, compresa la danza. Non bisogna solo parlarne. Devono poter vedere per emozionarsi, hanno diritto di conoscere tutte le forme d'arte e di bellezza.
Qual è l'allievo-tipo della sua Associazione Balletto Classico (sede a Reggio Emilia, ndr)?
E' un ragazzo o una ragazza di qualsiasi regione d'Italia che mira in alto, vuole tentare ad esprimersi con il proprio corpo, per comunicare la propria sensibilità interiore.
Cosa direbbe ad un giovane aspirante ballerino o ad una giovane aspirante étoile?
Soprattutto di ascoltare i maestri, di eseguire e di ricordare ciò che insegnano. Se i maestri sono bravi allora i progressi saranno subito evidenti. Io sono stata fortunata, ho trovato maestri incredibili.
Ha fatto rinunce per arrivare al livello di professionista a cui è arrivata?
Mai. La fatica che si fa è un investimento, un grande arricchimento.
L'Italia ama il balletto?
Lo ha amato molto. Adesso tende ad inseguire le luci che si accendono e poi si spengono subito dopo. Bisognerebbe recuperare un po' di amore per le cose belle, per tutte le forme ed espressioni d'arte, che incarnano la bellezza, come la danza e le cui luci non si spengono mai.
Al Teatro Manzoni 17 febbraio 15 : ore 20,45 Biglietto: poltronissima € 25,00 – poltrona € 18,00 – under 26 € 12,50