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Leo Gassmann: "Vi racconto il mio incontro con i giganti"

L'artista pubblica il suo secondo album "La strada per Agartha", ispirato dal colpo di fulmine con un romanzo fantastico

Leo Gassmann: "Vi racconto il mio incontro con i giganti" - foto 1
Ufficio stampa

Leo Gassman presenta il suo secondo album "La strada per Agartha", disponibile dal 24 febbraio, e a Tgcom24 racconta com'è nata l'ispirazione del concept album: "Nasce dal libro 'Il dio fumoso', che narra di una terra abitata da giganti amanti della musica.

Io ho trovato i miei giganti lungo il viaggio, ogni collaborazione dell'album è stata speciale e preziosa".

 

 

Anticipato da "Terzo cuore" (in gara alla 73° edizione del Festival di Sanremo.), "La strada per Agartha" è un concept album realizzato con gli amici di una vita e collaboratori, che per Leo rappresentano una seconda famiglia. Un disco multiculturale e con varie influenze musicali che riserva molte sorprese: la voce narrante di Massimo Dapporto all'inizio e alla fine dell'album, la band britannica Will & The People i "Without You", la collaborazione con Edoardo Bennato in "Io vorrei che per te", il featuring de L'Ennesimo in "Lunedì", il duetto con Matteo Costanzo sulle note di "In un addio", il cantautore indiano Raul Kamble nel brano di chiusura dell’album

 

Hai partecipato all'ultimo Festival di Sanremo, che si è concluso un paio di settimane fa. Com'è l'hai vissuta?
E' stato un festival che mi ha dato tanto, sia a livello umano che artistico perché ho avuto il piacere di salire sul palco con tanti grandi artisti. Sono contento di come mi sono permesso di viverla, con i miei amici e tutto il mio team che mi hanno sostenuto in questa missione sanremese.

 

Da dove nasce il titolo "La strada per Agartha"?
Nasce da un libro che ho letto e che si intitola "Il dio fumoso" di Willis George Emerson. L'ho trovato per caso nella libreria che ho a casa e mi ha subito incuriosito. Il libro si presenta come un diario di viaggio di un avventuriero che ha trovato un mondo magico, abitato da giganti che comunicano attraverso il canto. Mi sono quindi immaginato d'intraprendere questo viaggio alla ricerca della bellezza della musica. 


Quali sono state le tappe di questo viaggio?
Sono stato in vari parti d'Italia e d'Europa, una parte del disco è stata infatti registrata a Londra, dove ho trovato i miei giganti che si portano dietro delle storie meravigliose. Da Edoardo Bennato ai Will & The People, passando per la cultura indiana di Raul Kamble e la collaborazione con il mio migliore amico Matteo Costanzo.

 

Com'è nato e come si è sviluppato il progetto?
Per me è molto più di un album, è un pezzo della mia vita. Tre anni fa ho iniziato a costruire il mio percorso e questo secondo disco mi rappresenta al cento per cento e porta con sé un messaggio importante: il confronto tra le generazioni. Non a caso all'interno ci sono collaborazioni con artisti che hanno fatto la storia della musica ad altri che la faranno.

 

Fotogallery - Leo Gassmann presenta "La strada di Agartha"

Il secondo album è davvero il più difficile per un artista, come diceva Caparezza?
Sì, anche se considero questo il mio primo album. "Strike" contiene dei pezzi che ho molto a cuore, ma era un progetto meno consapevole. Ci sono state grandi difficoltà durante la realizzazione dell'album e non nascondo che ci sono stati momenti difficilissimi, in cui ci siamo aggrappati solo ai sogni che avevamo. Il fatto che esca è già una grande vittoria per tutti noi. 
 

All'interno ospiti tanti artisti, a partire da Edoardo Bennato per "Io vorrei che per te"
Con Edoardo è stato un incontro speciale. I suoi dischi mi hanno cullato e cresciuto. Abbia un modo di vivere la musica simile. Mi ha commosso vederlo e percepire quanto creda in me. Mi ha anche ospitato a casa sua a Napoli, ho conosciuto la sua famiglia e gli amici di quartiere. E' immenso, uno dei più grandi cantautori di sempre

 

Non è l'unico amico...
Ci sono i Will & The People. E' stato un incontro speciale, sono una band incredibile e che stimo moltissimo. Non ero mai stato in Inghilterra, era il mio grande sogno e loro mi hanno invitato nella loro casa di mattoni rossi, nella campagna londinese. E' stato un dono immenso aver potuto lavorare con loro. Matteo Costanzo è il mio migliore amico e produttore del disco, ci siamo commossi cantandola insieme e abbiamo deciso di includerla nell'album. Raul Kamble l'ho conosciuto all'università, lo sentivo suonare il piano ad ogni cambio d'ora e l'ho chiamato per la chiusura "Figli dei fiori".

 

La voce narrante è invece quella di Massimo Dapporto
Durante la presentazione di un libro di poesie di Giancarlo Scarchilli l'ho sentito recitare una poesia e mi sono commosso. Se chiudevo gli occhi mi ricordava moltissimo mio nonno, ma mi rimandava anche alle fiabe sonore della mia infanzia. Non è un caso che abbia messo in copertina dei bambini e che la cifra stilista del disco sia la fiaba. Cerco di tenere vivo l'artista bambino che è in me e ho collaborato con tanti artisti-bambini, che hanno avuto la pazienza e l'umiltà di accompagnarmi in questo viaggio

 

Cosa ti aspetta nei prossimi mesi?
Girerò un po' per promuovere l'album con la mia band a partire da maggio. Il viaggio inizia da qui, dalla musica suonata che è il punto di forza del mio progetto. E' un disco pensato per essere suonato e ho dei grandi musicisti al mio fianco, sarà una festa e una gioia stare in mezzo alle persone, per ascoltare le loro storie e crescere insieme.

 

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