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I Jesus and Mary Chain tornano in Italia per festeggiare i 40 anni di attività

La band dei fratelli Jim e William Reid ha da poco pubblicato "Glasgow Eyes" e sarà in concerto a Milano. Tgcom24 li ha intervistati

I Jesus and Mary Chain tornano in Italia per festeggiare i 40 anni di attività - foto 1
Ufficio stampa

Quarant'anni dopo il loro primo singolo, i Jesus And Mary Chain hanno pubblicato il nuovo disco "Glasgow Eyes".

I due fratelli Jim e William Reid festeggeranno ulteriormente l'anniversario della loro attività nel 2024 con un'autobiografa e un importante tour nel Regno Unito e in Europa, che li porterà anche in Italia per un atteso appuntamento il 17 aprile a Milano, all'Alcatraz. Il disco è stato registrato presso lo studio dei Mogwai, Castle of Doom, a Glasgow, dove Jim e William si sono già trovati per il precedente "Damage and Joy" (2017), che è diventato il loro album più alto nelle classifiche degli ultimi vent'anni. Ciò che ne è emerso sono nuovi inediti che li vedono abbracciare un nuovo capitolo produttivo, dove il loro vortice di melodie e caos è ammorbidito dall'amore per Suicide e Kraftwerk e per il jazz. William Reid ha raccontato a Tgcom24: "Jim e io ci sentiamo davvero privilegiati che la gente voglia ancora venire a vederci".

 

I Jesus and Mary Chain tornano in Italia per festeggiare i 40 anni di attività - foto 2
Tgcom24

 

Cosa significa il titolo Glasgow Eyes e cosa descrive la copertina?

Da un paio d'anni sto lavorando a una serie di immagini sul tema del bello e del brutto. Più precisamente le immagini si chiedono "E' questo che sono veramente la bruttezza e la bellezza?” Non è bella anche la bruttezza? Se può esserlo, allora la bruttezza non può essere il contrario della bellezza. Ricorda, la musica fa parte del mondo estetico, del mondo trascendente. La nostra musica fin dall'inizio ha fatto la stessa cosa. Psycho and Candy. Damage and Joy. Queste sono parti del mondo reale che si fondono l'una nell'altra. Il titolo "Glasgow Eyes" è appropriato perché siamo io (e Jim) che vediamo il mondo attraverso i nostri occhi di Glasgow. Ma è anche un piccolo gioco di parole. A Glasgow diciamo "aye” (pronuncia "ai", come eyes/occhi, ndr.) invece di dire "yes (sì)" e quindi siamo noi a dire: Glasgow? Aye. Esprime la positività e la giocosità dell'album.


Nel nuovo disco c'è molta elettronica rispetto al solito, un vostro nuovo modo per fare rock'n'roll tralasciando le chitarre?

Certamente no. Jim e io volevamo solo sperimentare un po' di più con altre texture e suoni. Ameremo sempre le chitarre. L'energia e la fisicità. Ci hanno insegnato a creare musica piuttosto che ad ascoltarla. Le chitarre ci hanno fornito gli strumenti di base.

 

Le sonorità dell'album derivano da quello che stavate ascoltando quando avete iniziato a comporre? Roba più oscura e vecchia come Suicide e Kraftwerk?

No, non consapevolmente. Capisco che alcune persone percepiranno queste influenze nei suoni elettronici di "Chemical Animal" e "JAMCOD". Ma queste sono solo due delle dodici canzoni dell’album. Confronta i suoni, le trame e gli stati d'animo di "Girl 71", "2nd of June", Hey Lou Reid", "Silver Strings" e con gli altri nostri album e ciò che non puoi non notare è che questo è l'album più diversificato dal punto di vista sonoro che abbiamo realizzato.

 

Titoli come "The Eagles and the Beatles" e "Hey Lou Reid" vogliono giocare con le vostre influenze?

Hai esattamente ragione. Giocare è la parola giusta. Queste canzoni sono modi giocosi per mostrare il nostro amore e rispetto per gli artisti che amiamo. Qualcuno una volta mi ha riferito che avevo detto qualcosa di piuttosto sgradevole su Paul McCartney. Ero sconvolto e imbarazzato. Adoro Paul McCartney, la sua purezza di approccio, la sua apparente decenza umana e il suo genio musicale e non solo con i Beatles. Lou Reed ha un'influenza più visibile su di noi, ma li amiamo tutti. Gli Stones, i Beatles, Dylan.

 

E' partito il tour europeo 40 Years Tour. Come celebrate i quarant’anni della band? Come vi sentite dopo tutti questi anni?

Beh, mi dispiace deluderti con una risposta estremamente noiosa. Jim e io non siamo molto dediti ai festeggiamenti. Siamo uomini tranquilli. Potremmo celebrare i nostri figli mentre crescono, la loro felicità. Ma in silenzio! Come ci sentiamo dopo tutti questi anni? Non c'è una risposta. Io, oggi, mi sento esausto. Ma è proprio a questo punto che siamo nel tour. Dopo qualche giorno di riposo starò bene. Più in generale - e questa sembra una banalità ma non lo è - Jim e io ci sentiamo davvero privilegiati che la gente voglia ancora venire a vederci, che stiano comprando il nostro nuovo album, che le stazioni radio stiano trasmettendo le nostre nuove canzoni, e che i critici in generale amano il nuovo album e alcuni di loro dicono che è vibrante ed emozionante quanto i nostri migliori primi lavori. Come può questo non rendere grati due vecchi musicisti sessantenni?

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