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IAMX: "La musica non mi fa più male, anche dalla luce si possono raccontare le tenebre"

Lʼartista inglese arriva a Milano per lʼunica data italiana del suo tour. Tgcom24 lo ha intervistato

IAMX:
ufficio-stampa

Il 22 febbraio arriva al Legend Club di Milano IAMX, il progetto solista dell'artista inglese Chris Corner.

Si tratta dell'unica data italiana del suo tour europeo per l'album "Alive In New Light", un lavoro che simboleggia una nuova fase di vita di Corner dopo un periodo buio di depressione. "A lungo anche la musica mi dava dolore, ora sto bene - racconta a Tgcom24 -. Si possono raccontare le tenebre anche restando nella luce".

Divenuto popolare negli anni 90 con il gruppo trip-hop degli Sneaker Pimps, dal 2004 Corner si è calato nel progetto IAMX, in un mix di goth, industrial, sperimentazione elettronica, energia punk e lirismo intimo che rendono sound, stile, performance, video e lo stesso personaggio di Corner assolutamente fuori dall'ordinario, iconoclasta e incredibilmente profondo. L'ultima sua pubblicazione è il singolo "Mile Deep Hollow", canzone chiave di "Alive In New Light", che viene presentata in sette diverse versioni, una completamente diversa dall'altra.

IAMX:
sito-ufficiale

Come mai hai voluto fare così tante versioni diverse del brano?
E' una canzone fondamentale per il messaggio che è alla base del progetto "Alive In New Light". E' un simbolo di quella che è stata la mia malattia mentale e il successivo cambiamento nella mia vita. E' una canzone molto personale che volevo esplorare in molte maniere diverse. Amo vedere come le altre persone possano smontare la mia musica per poi ricostruirla con nuovi significati e questo pezzo era perfetto per questo tipo di operazione. Anche dal vivo sono solito reinventare le mie canzoni, non mi soddisfa avere una sola versione, non è mai sufficiente per comprendere l'universo di quel brano.

Quindi per te la composizione di una canzone e l'incisione di una versione su disco sono solo l'inizio di un percorso?
Esattamente. Quando chiudi una canzone in una versione intoccabile, può anche risultare perfetta per molte persone ma per l'artista rimane un senso di incompiutezza e la voglia di perfezionarla. Una canzone è parte di me e come tale deve rappresentare la mia multi dimensionalità di essere umano. Come la mia anima ha molte sfaccettature deve averle anche la musica che le esprime. A volte è meglio una ballad, a volte un beat dance elettronico, altre volte ancora puoi mostrare un lato più sessualmente aggressivo.

I remix di "Mile Deep Hollow" sono stati tutti curati da artisti diversi: credi che un'altra persona possa trovare in una tua canzone significati che tu stesso non avevi visto?
Adoro quando accade che qualcun altro riesca a trovare un elemento di bellezza che tu non avevi colto o evidenziato. Sono una persona piuttosta introversa in studio, tendo a fare quasi tutto da solo, quindi è bello entrare in contatto con altre sensibilità avendo la mia musica come tramite.

Torni in Italia a tre anni dal tuo ultimo concerto da noi. Cosa ci dobbiamo aspettare dallo show?
Se ne può avere una qualche idea dal video di "Stardust", il primo singolo tratto dall'album. Abbiamo studiato un impianto luci di grande impatto, che si bilancia con i visual che hanno una grande importanza. Siamo in quattro sul palco, due splendide ragazze che suonano le tastiere, chitarra e basso e cantano e un batterista fantastico. C'è una grande energia: aspettatevi tanta intensità, bellezza e ritmi potenti.

Cos'è la nuova luce a cui ti riferisci nel titolo dell'album?
Ho raccontato del processo di trasformazione interiore che ho attraversato. Dopo molti anni di depressione, insonnia e analisi oggi mi sento bene. Sono stati momenti molto difficili che hanno fatto parte della mia vita, ma quel periodo è finito e ho una nuova forza. Questo album simboleggia tutto questo.

Il tuo nuovo modo di guardare al mondo ha cambiato anche il tuo rapporto con la musica?
Per un periodo piuttosto lungo ho pensato che la musica fosse parte integrante del mio problema. C'è stato un momento in cui ho dato a lei molte colpe. Mi faceva male evocare certe emozioni, osservare l'umanità tutto il tempo riversandola nelle canzoni, analizzare ogni problema. Ma non potevo farne a meno perché sono una persona creativa e non potevo fermare la mia mente. E questo mi spaventava a morte. Oggi mi sento rinato e la musica è diventata un piacere. La musica ora è più facile per me. E' sempre un lavoro duro ma è un piacere.

E' pensiero abbastanza comune che la sofferenza sia fonte di ispirazione.
E' importante chiarire questa cosa. Bisogna che la gente capisca che l'idea dell'artista sofferente è un casino. C'è questa idea dell'artista autodistruttivo, che si droga, che ha istintiti suicidi e che per creare arte deve soffrire. Ma non è così. Quando stavo male era tutto più complicato, mentre da quando sto bene mi sento molto più creativo. Per parlare del buio, della sofferenza non devi per forza di cose esserci immerso, puoi comprendere le tenebre anche guardandole da un posto pieno di luce.

Quale direzione pensi di prendere per il futuro?
Non escludo di esplorare gli stessi temi, l'esplorazione psicologica fa parte del mio essere, così come un atteggiamento dark, di atmosfera. Ma la mia prospettiva è piuttosta diversa. Oggi posso mantenere la giusta distanza da quelle cose. Da un punto di vista musicale mi piacerebbe fare un album che contenesse una forte dimensione acustica. Per me tutto è iniziato con la chitarra acustica, l'ho studiata per anni, salvo poi abbandonarla per dedicarmi all'elettronica. Mi affascina l'idea di realizzare un disco dove possa denudare le canzoni fino ad arrivare alla loro forma più essenziale.

Credo che per molti fan potrebbe essere uno shock…
Fortunatamente i miei fan sono di larghe vedute. Credo che un esperimento del genere potrebbe piacere loro. Ma chi lo sa? Vedremo.