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Giusy Ferreri, tra passato e futuro: "Che bello vedersi con gli occhi degli altri"

Dopo il successo di "Roma-Bangkok" che ha caratterizzato la scorsa estate, la cantante pubblica "Hits", con i suoi maggiori successi e tre inediti

giusy ferreri
ufficio-stampa

Dopo un'estate dominata con "Roma-Bangkok" Giusy Ferreri torna con "Hits", un album che, come recita il titolo, raccoglie i suoi brani più celebri, con l'aggiunta di tre inediti, a cavallo tra passato e futuro. Il primo singolo è "Volevo te". "Il brano è l'ideale punto di contatto tra 'Novembre' e 'Roma-Bangkok - spiega lei -. Questa raccolta è un bilancio del mio percorso con uno sguardo al futuro".

Giusy Ferreri, tra passato e futuro: "Che bello vedersi con gli occhi degli altri"

Giusy arriva a questo appuntamento dopo che la sua voce ha risuonato nelle radio di tutta Italia (e non solo) per l'intera estate a mo' di tormentone. Un featuring, quello su "Roma-Bangkok", capace di caratterizzare il brano in maniera inequivocabile. Quale momento migliore quindi per fare un bilancio del percorso intrapreso fino a oggi, dal boom con "X Factor" nel 2010? "E' un po' come tirare le somme di tutto quello che è successo - spiega lei -. Dopo quest'estate ho iniziato a pensare passo dopo passo come è andato avanti il mio percorso. Dalla fortuna di aver incontrato personalità molto importanti, a cominciare da Tiziano Ferro e Michele Canova che da subito mi hanno instradata in un pop molto moderno e all'avanguardia. All'avere avuto la possibilità di realizzare negli album seguenti la voglia di presentarmi in una veste più cantautorale e introspettiva".

Oggi a che punto del cammino ti senti?
Quest'estate mi ha riproiettato in una nuova dimensione. Un successo di questo tipo ti regala un grande entusiasmo ed energia. E quindi mi sono sentita quasi riportata agli inizi. La voglia che ne è emersa è stata quella di confrontarmi con una grande squadra: alcuni giovani autori, il mio produttore. Mi è venuta voglia di aprirmi a nuove idee per trovare la direzione da seguire. I tre inediti sono proprio figli di questa apertura.

Quando sono stati scritti?
Tutti quest'anno. Ho iniziato con delle sessioni creative con diverse autori nella scorsa primavera. In particolare avevo voglia di lavorare con Fortunato Zampaglione, di cui avevo apprezzato il lavoro con Marco Mengoni e Francesca Michielin. L'obiettivo principale, prima ancora che mettere su un repertorio nuovo, era quello di realizzare un brano che rappresentasse un'evoluzione di "Novembre". Per ripropormi al pubblico dopo "Roma-Bangkok". Questo brano è arrivato proprio da Zampaglione. Arricchito dalla produzione del team di Fabrizio Ferraguzzo.

Come mai volevi riprendere il discorso di "Novembre"?
Quest'estate mi ha mostrato in una veste nuova, sia perché Baby K è una figura del mondo dell'hip hop femminile sia per le sonorità reggaeton del pezzo. Nel momento in cui mi sono trovata a realizzare una raccolta ho sentito l'esigenza di creare un'omogeneità tra i tre inediti e i brani del passato. Ho pensato che il filo conduttore potesse essere l'evoluzione di "Novembre". "Come un'ora fa" è moderno nelle strofe per poi aprire a melodie retrò. "Paura di sbagliare" invece si rifà alle ritmiche più fresche e moderne, anch'esso reggaeton.

In questi anni hai toccato vari generi e stili. C'è qualcosa che vorresti sperimentare e ti manca?
Nell'album "Fotografie" ho sfiorato quello che per me è un mondo affascinante è che avevo iniziato a scoprire negli anni dello studio del canto, il blues e il jazz, fino all'improvvisazione dello scat. In futuro mi piacerebbe tornarci. E poi c'è il canto lirico... mi ci sono avvicinata ma senza approfondire. La mia voce si muove sia da contralto che da soprano, a seconda che canti di petto o di testa. Quando scrivevo i miei brani mi piaceva inserire qualcosa che andasse a riprendere il sonetto lirico, senza contare che ho sempre amato cantanti come Giuni Russo o Antonella Ruggero. E poi un po' ce l'ho nel sangue: un fratello di mio nonno era un cantante lirico, che ha cantato in giro per l'Europa e inciso dischi.

Sfruttare le tue possibilità vocali a 360 gradi...
In definitiva la voce è uno strumento ed è bello pensare di poterlo utilizzare su diversi registri e sfumature. Penso a Demetrio Stratos o Diamanda Galas. Il mio è un percorso prettamente pop e visto che mi sono già divertita in diversi modi, in un modo tutto sommato mai portato all'esasperazione, qualche piccolo sfizio mi piacerebbe togliermelo...

Hai detto "quando scrivevo i miei brani". Hai smesso?
No, scrivo ancora ma quest'estate ho preferito avvalermi della scrittura di gruppo e in particolare ho amato la scrittura di altri senza che ci mettessi nulla. E' un processo creativo interessante perché ci si conosce e confronta a livello personale e poi loro proiettano la loro idea della tua personalità nelle loro canzoni. Il risultato è che a volte riesci a vederti attraverso gli occhi degli altri scoprendo cose di te stessa che da soli non avresti visto.