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Ermal Meta: "Disobbedire è la porta per arrivare alla felicità"

Il cantautore che a Sanremo 2017 si è classificato terzo vincendo anche il premio della Critica si racconta a Tgcom24

Dalla 67esima edizione di Sanremo è uscito con due trofei, il terzo posto e il premio della Critica Mia Martini: Ermal Meta può ben dire di averlo vinto questo Festival.

Tgcom24 lo incontra nella casa che il cantautore ha preso in affitto nella città dei fiori per tutta la settimana e che ha condiviso insieme al suo staff. "Disobbedire è forse la prima porta per arrivare alla felicità o alla serenità", ci racconta.

Cosa significano per te questi premi?
Il pubblico e la giuria di qualità hanno ritenuto la mia canzone più valida rispetto ad altre e io non posso che esserne felice.

 

A 11 anni dal tuo esordio sei arrivato sul palco dei big a Sanremo, cosa vuol dire per te?
Significa averci impiegato undici anni (ride, ndr). Senza fatica non si conquista nulla.

 

L'anno scorso eri nelle nuove proposte, questo invece tra i big, cosa è cambiato?
La responsabilità è sempre la stessa perché devi cercare di dare il massimo, il palco è lo stesso, idem la platea e la gente.

 

Il tuo è un brano molto autobiografico con un arrangiamento un po' pop...
Il suono è sicuramente più leggero rispetto al testo. Volevo che arrivasse il messaggio un po' più semplice, in modo tale che il testo potesse arrivare con facilità.

 

Il testo, infatti, è molto importante...
La canzone racconta una storia che nel suo piccolo mi piacerebbe diventasse un manifesto di disobbedienza. Non parla di violenza ma disobbedienza alla violenza stessa. Tutto quello che mette a repentaglio l'integrità della vita umana dal punto di vista morale, spirituale e fisico, se non siamo noi a vietarlo non ci sarà una entità superiore che lo fa. E' un modo per dire che disobbedire è forse la prima porta per arrivare alla felicità o alla serenità. Questa canzone significa ama la tua vita e gli altri, fai come ti va di fare. 

 

Come è stata l'esperienza di Sanremo? 
Molto bella, con due grandissimi professionisti come sono Carlo Conti e Maria De Filippi, una bellissima orchestra e 11 milioni di telespettatori dall'altra parte. Ho pensato solo questo.

 

L'album prende il titolo dal brano "Vietato Morire", come nasce?
Sono nove canzoni, una diversa dall'altra, tanto che sembrano scritte da persone diverse. Ho persino pensato di avere problemi di multi-personalità, alla fine sono arrivato alla conclusione che tutti noi ce l'abbiamo e non solo io. C'è chi maschera bene e chi male, io appartengo alla prima categoria (ride, ndr).

 

A chi dedichi questa vittoria personale?
Alla persona che nella vita mi ha insegnato a disobbedire: mia madre.