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Emin, dallʼAzerbaijan con furore: "Amo la musica e fare soldi"

Il cantante azero è un fenomeno in crescita. A Milano ha aperto il concerto dei Take That e il suo ultimo singolo lo ha fatto con Nile Rodgers. Ma è anche un uomo di affari. Tgcom24 lo ha incontrato

emin
ufficio-stampa

Qualcosa si muove nel panorama musicale europeo. Si chiama Emin e arriva dall'Azerbaijan. I suoi biglietti da visita sono il singolo "Boomerang", con Nile Rodgers, e l'aver aperto i concerti dei Take That. Ma Emin non è solo un musicista. "Sono un imprenditore - dice a Tgcom24 -. Amo la musica e amo fare i soldi. E combinare le due cose è la quadratura del cerchio. Ma il mio sogno è avere una carriera di successo".

Emin, dallʼAzerbaijan con furore: "Amo la musica e fare soldi"

Nato a Baku, Emin Agalarov (questo il suo nome completo) ha ben presto allargato la sua visione del mondo, studiando tra Svizzera, Russia e Stati Uniti. Figlio del proprietario della Crocus International, società che ha realizzato resort, centri commerciali e persino città satelliti, si è inserito nel business di famiglia diventando direttore commerciale del gruppo. Ma questo non lo ha distratto dalla passione per l'arte. Per lui la musica non è l'hobby di un miliardario annoiato ma un fuoco che lo spinge a impegnarsi a mille e cercare di estendere il più possibile il suo raggio di azione. Con già quattro album alle spalle diventati famosi in patria, ma anche in Russia e Turchia, con il suo ultimo lavoro ha trovato finalmente la possibilità di una distribuzione internazionale. E che le cose abbiano iniziato a farsi importanti lo dimostra il suo ultimo singolo, "Boomerang", realizzato con Nile Rodgers, e il ruolo di artista di apertura ai concerti dei Take That. "Ho fatto cinque serate con loro ed è stato molto eccitante - spiega -. La possibilità di esibirisi di fronte a platee così vaste ed entusiaste è una di quelle esperienze che ti restano per la vita. Berlino, Amsterdam, Zurigo, Milano... sono stato accettato dal pubblico come se fossi un elemento dei Take That".

Che momento stai vivendo?
Credo, e spero, che questo sia il mio momento. Il singolo "Boomerang" potrebbe essere davvero un punto di svolta. So che è entrato nelle playlist delle radio di tutta Europa, a partire da Bbc2, che è il meglio a cui puoi aspirare in Inghilterra. La sensazione è che stia accadendo qualcosa e sono molto eccitato perché il mio desiderio è quello di avere l'opportunità di far colpo sul pubblico europeo e poter tornare con un mio show.

Come è nata la collaborazione con Nile Rodgers?
Uno dei suoi pezzi recenti di maggior successo è "Get Lucky", con i Daft Punk. E in questo caso io sono stato molto fortunato. Ero a un evento di beneficenza a New York con la mia band e Nile era lì per essere premiato. Ne ho approfittato per fargli sentire alcune canzoni e lui è rimasto impressionato da "Boomerang". Gli ho chiesto se avrebbe voluto produrla. Da lì le cose si sono sviluppate. Ma con il suo contributo ha portato nel pezzo non solo la sua chitarra e consigli sulla produzione, ma la sua filosofia di musica.

Tu non sei solo un cantante ma anche un uomo di affari molto attivo. Come fai a combinare le due cose?
Il punto è semplice: sono un performer e un artista. Ma mi piace anche fare soldi. E non voglio essere costretto a esibirmi solo per fare soldi, non voglio suonare ai matrimoni o cose del genere. Faccio solo concerti per cui devi comprare un biglietto e questo dà alla mia musica libertà completa e quando sono sul palco so che la gente è lì per me. Ho studiato sia per la musica sia per muovermi bene nel mondo degli affari. Se fiuto un business mi ci butto, intanto perché ho la possibilità di farlo e poi perché ho imparato a combinare le due cose: porto divertimento e creatività nei miei affari così come porto gli affari nella musica. Per monetizzare e poter supportare e promuovere i miei progetti.

Da musicista e imprenditore, cosa pensi della crisi in cui la discografia versa da anni?
Credo che tutto dipenda dal fatto che ormai la musica è alla portata di tutti online. Se vuoi ascoltare una canzone non hai più bisogno di comprarla ma ci sono molti modi per recuperarla in Rete. Al contempo però i live show hanno cambiato pelle. Se la gente spende ormai pochissmo per gli album non accade invece lo stesso per i concerti, che sono diventati più centrali di una volta. Quindi una cosa compensa l'altra.

Hai un sogno per la tua carriera?
In realtà il mio sogno lo sto vivendo in questo momento. La mia ambizione è quella di avere una carriera musicale internazionale, grande e di successo. Ma so che è un mondo molto competitivo e non è facile avere successo. E' molto più complicato che in altri settori. Quando apri un ristorante è più facile avere un'idea di come andrà rispetto a quando scrivi una canzone. E' una specie di roulette. Per il momento ho assaggiato il successo, spero di continuare facendo crescere questa cosa sempre di più. Per me è un privilegio essere un musicista, lo sarebbe doppiamente se diventassi un musicista affermato. Ci provo, è un processo in corso.