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Cesare Cremonini, la rivincita del fattore umano: "Voglio fare una musica che resista nel tempo"

Esce venerdì 24 novembre "Possibili scenari", il nuovo album del cantautore bolognese. Tgcom24 lo ha incontrato

Due anni di lavoro nei quali si sono incrociate ambizioni artistiche ed esperienze (in alcuni casi dolorose) personali.

Il risultato è "Possibili scenari", il nuovo album di Cesare Cremonini che arriva nei negozi venerdì 24 novembre. "Non mi vergogno di dire che questo è un disco nato per essere influente - dice lui a Tgcom24 -. La parola d'ordine? Empatia. Il calore umano è l'unica cosa che potrà salvarci".

Spostare l'asticella sempre più in alto, andare avanti in un costante percorso di evoluzione a costo di mettere in discussione le proprie certezze. 
A volte il successo può essere un macigno e "Logico", il precedente lavoro del cantautore bolognese, di successo ne aveva avuto parecchio. Di pubblico e di critica. Ripartire da lì poteva essere la scelta più ovvia ma anche la più rischiosa. "Ogni artista cerca di aggrapparsi a quello che ha funzionato - spiega Cremonini -. Per me sembrava naturale ripartire da 'Logico'. Il mio produttore Walter Mameli ha difeso questo album in ogni modo, prima di tutto da me. E' stato lui a spingermi ad andare oltre".

E per farlo Cremonini ha dovuto dare tutto. Ci ha impiegato due anni di lavoro, tra la scrittura e la ricerca quasi maniacale del suono perfetto con cui lanciare il nuovo guanto di sfida. Un lasso di tempo che, in un panorama discografico in cui la parola d'ordine sempre essere "usa e getta", è l'eccezione e non la regola. "L'idea che facciamo tutte cose per il presente è un rapporto con il proprio lavoro molto in voga e anche rassicurante, ma nella quale non mi ritrovo - spiega -. Provano a far passare il concetto che dietro una canzone possa esserci una ricetta standard, un algoritmo che centri i gusti della gente. Ma non è così. In questo album mi sono preso il gusto di riportare la libertà al potere. E questa, se ha a che fare con la musica e la canzone con la 'c' maiuscola, ha ancora il proprio spazio".

Cesare Cremonini, la rivincita del fattore umano:
ufficio-stampa

Nel disco sono entrati tanto input esterni (Cesare ha lavorato in studio avendo un monitor costantemente acceso su una rete all news) che esperienze personali. Ecco quindi che in "Un uomo nuovo", "Al tuo matrimonio" e "Nessuno vuole essere Robin" (uno dei momenti liricamente più alti di tutto il lavoro), si trovano in maniera palpabile le tracce di un amore finito. "'Nessuno vuole essere Robin' è importante perché vuole dare voce a un numero enorme di persone che in questo periodo soffrono di mutismo - spiega -. Non riescono a far esplodere i propri dolori dell'anima. E tra queste mi ci metto anche io. Siamo tutti esposti alla solitudine. Il protagonista della canzone chiede disperatamente di dormire con l'altra persona e l'altra risponde che non può perché deve dormire con il cane".

E poi c'è "Poetica", singolo di apertura e vero manifesto programmatico del disco, con quel suo essere ambiziosa e fuori da ogni schema preconfezionato di come dovrebbe essere un pezzo radiofonico o perfetto per lo streaming... "E' stata il frutto di un lavoro con il mio co-autore Davide Petrella e dell'arrangiamento realizzato con Alessandro Magnagnini - racconta -. L'abbiamo protetta in ogni modo e quando è uscita ho avuto la sensazione che molti di quelli che mi seguono abbiano un rapporto con la musica che ha a che fare con la scoperta: essere apprezzato per essere un musicista che continua a scoprire cose per me è un premio".

Per Cremonini la scoperta è fondamentale, così come l'evoluzione artistica. Un ambito che lo assorbe totalmente, al punto da sacrificare su quell'altare la sfera personale e qualche rapporto umano. "Sono entrato in una fase in cui ci sono i cani, gli amici sono quasi tutti sposati e qualcuno già al secondo figlio. Io l'ultima volta che mi hanno chiesto 'vuoi fare un figlio?' ho risposto 'no, voglio fare San Siro'" dice ironicamente. E San Siro lo farà davvero, insieme ad altre tre date negli stadi che si svolgeranno il prossimo giugno (il 15 a Lignano, il 20 a Milano, il 23 all'Olimpico di Roma, il 26 al Dall'Ara di Bologna). "Non voglio farne un evento ma è un sogno che si realizza per uno come me che ha iniziato questo mestiere vedendo Freddie Mercury a Wembley - dice -. Sarà una bellissima festa, anche perché per il live è un passaggio fondamentale, uno dei pochi momenti di empatia tra la persone. E di grande collaborazione".