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Califano: "Tra sesso e religione"

Esce il libro "Senza manette"

Tutto quello che avreste voluto sapere, e non avete mai osato chiedere, sulla vita di Franco Califano in un libro.

In "Senza manette" il cantautore si confessa senza peli sulla lingua in un'intervista a Pierluigi Diaco: dagli inizi difficili alla perdita dell'amato padre, passando per il sesso ("Il guinzaglio della passione"), fino alla religione: "Papa Ratzinger mi ha dato emozione, ed è la cosa più importante per credere in Dio".

Una religione a cui il Califfo si è avvicinato solo ora grazie a Papa Ratzinger: "Sì, è lui che mi ha fatto  scattare dentro qualcosa, e allora mi sono riavvicinato a Dio. Io ho sempre cercato di credere in Dio e di essere più cattolico di quanto non sia, ma siccome non mi piace il mistero, ho avuto difficoltà ad abbandonarmi alla fede, soprattutto senza ricevere nemmeno un segno. Mi sa che adesso il segno è arrivato, con questo Papa... che mi fa innamorare...".

Bambino senza scarpe, collegio, corsi di ragioneria serali e orfano a 18 anni (l'amato padre Salvatore muore a soli 38 anni). "Con mio padre il destino fu addirittura spietato, non gli dette nemmeno il tempo di fargli consumare la sua vita. Di sentire la mia prima canzone...", dice nel libro Califano.

E poi, come casa, una Fiat 1400 per dormire, matrimonio a 19 anni e qualche barlume di luce. I primi fotoromanzi e l'approdo alla musica grazie a Edoardo Vianello. E ancora risse, bische e tanto sesso e, anche in "Senza manette", il segreto della sua voce rauca dovuta solo a una brutta infreddatura presa su uno spider da playboy. Arrivano per lui poi i successi come "Tutto il resto è noia", "E la chiamano estate", "Un amore così grande", "La musica è finita", "Una ragione di più" e ovviamente la galera quando viene coinvolto negli anni Settanta in una storia di droga insieme a Walter Chiari e Lelio Luttazzi e altri ventuno indiziati, tra cui molti pregiudicati.

In cella si trova insieme a Pietro Valpreda, ma in galera, è la sua filosofia, "se piangi sei finito. Era il primo processo importante - racconta - con degli artisti implicati, e per loro gli artisti sono tutti froci. "Che fai il cantante? Allora sei frocio? Oh, non ti mettere a piangere mi raccomando!".

Infine cos'è il sesso per il Califfo? "Il sesso è quella materia in cui mi sento capace, cosa che ho sempre ostentato ricevendo per questo molte critiche. Per me il sesso è importantissimo, determina l'intero rapporto tra un uomo e una donna. Il guinzaglio della passione. Erotismo ma anche pornografia". Franco Califano sarà al cinema questo venerdi con "Questa notte è ancora nostra" nel ruolo di un rude impresario musicale.