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Furia al Lido, Scharder: "Lohan inqualificabile"

Il regista di "The Canyons" commenta lʼassenza di Lindsay Lohan al Festival di Venezia

LaPresse

Il forfait di Lindsay Lohan ha scatenato polemiche in riva al Lido. Paul Schrader, il regista di "The Canyons", alla conferenza stampa del film esordisce: "Oggi sono libero. Negli ultimi 16 mesi sono stato ostaggio di Lindsay Lohan. E' una brava attrice, doveva essere qui, ma il suo comportamento è inqualificabile. Non risponderò a domande sulla sua vita privata". Un'assenza pesante, che ha creato malumori all'interno del cast.

LINDSAY LOHAN NON CI SARA' - Alla Mostra del cinema l'ex bad-girl era attesissima, con una suite per lei prenotata all'Excelsior. I fotografi erano in fibrillazione, ma nella lista degli arrivi c'era solo il protagonista maschile, James Deen (noto attore pornografico americano qui alla prima esperienza cinematografica). Motivo del ripensamento lo stato di salute dell'attrice, che è appena uscita dalla clinica di riabilitazione. Anche nel clan di "The Canyons" iniziano a emergere i malumori per il forfait dell'ultimo minuto di Lindsay Lohan. Lo scrittore cult Bret Easton Ellis, autore della sceneggiatura, già arrivato al Lido, su Twitter ha commentato: "Lindsay ci ha tirato un bidone".

APPLAUSI PER "JOE" CON NICOLAS CAGE - Applausi della stampa per il western triste con protagonista Nicolas Cage. "Joe" di David Gordon Green è tratto da un romanzo di Larry Brown. Una sorta di ballata che si svolge in un Texas contemporaneo pieno di persone ai margini, con Joe Ramson (Nicolas Cage), ex detenuto di passaggio in una piccola cittadina del Sud, che incontra un ragazzino tutto di un pezzo (Tye Sheridan) figlio di un alcolizzato violento che Joe lentamente adotterà con un'inaspettata voglia di redimerlo e di redimersi.

ISTINTOBRASS - Venezia celebra "Istintobrass", il film documentario di Massimiliano Zanin sulla vita di Tinto Brass. Un Tinto politico, un cinema pieno di invenzioni linguistiche, elaborato grazie al contatto con i registi Joris Ivens e Roberto Rossellini. Nel cast Helen Mirren, Gigi Proietti, Serena Grandi e molti altri.

Un cinema quasi dimenticato che il documentario si occuperà di riportare alla luce attraverso il racconto di quattro fra i più importanti critici cinematografici, prima di passare alla vita privata di Tinto, al rapporto speciale con la moglie Tinta e con i tanti attori che con lui hanno collaborato. 

"Guardando il documentario di Zanin - dichiara Tinto Brass - sono tornato con la memoria ad alcuni dei miei film che ho amato particolarmente, come “L'Urlo” ad esempio. Oggi non è più possibile realizzare quel tipo di cinema, né l'ho mai visto fare da altri nel corso di questi anni. Sono contento di tornare a Venezia, soprattutto in un'occasione come questa. E' una città mi ha dato l'ispirazione erotica e cinematografica, e molte altre idee che per la maggior parte sono rimaste chiuse nel cassetto. Ho ancora 40 copioni, continuo però a sognare pensando ancora oggi che siano una materia valida sulla quale lavorare".