Il compagno del cantautore scomparso racconta in un libro il loro amore
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Dal primo giorno in cui si sono incontrati alle domeniche sera a messa, Marco Alemanno anticipa al settimanle "Sette" alcuni contenuti del libro "Dalla luce alla notte" in cui racconta per la prima volta il suo amore e la sua vita con Lucio Dalla. "Lucio e io potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio, fratelli, amici, amanti. Lucio diceva che ci completavamo", racconta. La vera eredità? "Sono gli amici e la bellissima storia".
"Lucio - racconta Alemanno - mi ha regalato un sentimento nuovo, che non avevo messo in conto. La nostra è stata una favola moderna. Per questo non ha bisogno di etichette". E sui pettegolezzi nati dopo la scomparsa di Dalla replica duramente: "Non è stato rispettato né l'uomo né l'artista". Per Marco la vera eredità di Dalla sono "gli amici e la bellissima storia che Lucio mi ha donato". Il primo incontro risale al 7 dicembre 1997: "Mi ha cambiato la vita, Mi predisse il futuro e un po' di passato: aveva visto nei miei occhi l'ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare".
Alemanno racconta delle abitudini condivise con il cantante: "La domenica dopo cena andavamo alla messa delle dieci in San Domenico oppure aveva trasformato una stanza della casa in una piccola sala cinematografica, con quattro file di vecchie poltrone recuperate da un cinema hard in disuso, dove in questi anni abbiamo visto i film più diversi: 'Matrix' e 'Uccellacci e uccellini', 'Kill Bill' e 'Il settimo sigillo'...". E ancora: "Dormiva pochissimo, l'ho visto assopirsi mentre era in diretta a una radio, svegliarsi in tempo per rispondere alla domanda, e poi riprendere sonno. Detestava il suo compleanno: quel giorno staccava il telefonino. Gli amici veri lo sapevano e lo chiamavano il giorno prima, per tutti gli altri era irraggiungibile".