E' la sentenza definitiva della corte d'appello di Mosca per le tre cantanti
La corte d'appello russa, chiamata a decidere sul destino del gruppo punk delle Pussy Riot, ha confermato la condanna a due anni di carcere per le ragazze, concedendo la condizionale a una di loro, Katia Samutsevich. Le cantanti si erano dichiarate tutte e tre "innocenti" e disposte a chiedere scusa ai fedeli offesi dalla loro performance anti-Putin in cattedrale, ma avevano rifiutato di pentirsi come chiedeva la Chiesa ortodossa.
I giudici, ha spiegato la portavoce del tribunale, hanno ritenuto che Katia Samutsevich può essere rieducata anche fuori del carcare. La corte ha ricordato all'imputata che dovrà attenersi ad una serie di limitazioni (tra cui andare due volte al mese al commissariato) e che non dovrà commettere altri reati. Katia sarà rimessa subito in libertà.
Alla lettura della sentenza ha manifestato la sua soddisfazione portando il pugno verso l'alto. Il suo nuovo avvocato aveva chiesto di valutare la diversa e limitata partecipazione della giovane alla performance nella cattedrale, sottolineando che era stata bloccata prima della dissacrante preghiera anti Putin. Le altre due compagne sono rimaste impassibili quando la corte ha confermato le loro pene.