Enrico Ruggeri a Tgcom24: "Nessuna autocritica o richiesta di elemosina, ma voglia di capire"
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Dopo il post pubblicato sulla sua pagina Facebook lunedì, Enrico Ruggeri torna sulla questione delle scarse vendite del suo cd per chiarire il suo pensiero e allargare la discussione. "Non avevo intenzione di fare autocritica - dice a Tgcom24 - e men che meno dire alla gente "vi prego, comprate il mio disco". Volevo solo aprire un confronto sulla 'sparizione' di tutti gli amici dei social network al momento di acquistare un cd".
Perché il punto è proprio questo. Nell'era di Internet e del contatto diretto con i fan, molti artisti si ritrovano sul profilo Facebook o quello di Twitter migliaia di "follower" o "amici": chi 50mila (come Ruggeri su Twitter), chi 5mila, chi 2 milioni. Ma per tutti, questi numeri non corrispondono poi alle vendite dei loro dischi. "Siamo una categoria che interessa di più quando parla? - si domanda il cantautore milanese -. Oppure i dischi costano troppo come mi ha scritto qualcuno? Forse ognuno di noi è più interessante con le sue canzoni di dieci anni fa che non con quelle di oggi? O sono i media a non dare sufficiente rilievo ai dischi quando escono? Volevo stimolare una discussione su questo, tanto che il mio post finisce con 'voi cosa ne pensate'".
Al di là degli spunti arrivati da chi è intervenuto in seguito al tuo post, ti sei dato una spiegazione?
Vista la mole di complimenti ricevuti sul disco la mia paura è che lo abbiano sentito eccome e ce l'abbiano pure a casa. Solo che lo hanno scaricato da qualche parte in maniera illegale. Non è gravissimo per Ruggeri. Pazienza, basta saperlo. E' grave perché poi queste magari sono le stesse persone che si lamentano perché non si investe sui nuovi e ci sono solo i talent. Le case discografiche non hanno più la possibilità di investire sui nuovi artisti. Se il Fabrizio de André del 2015 si è ritirato e lavora alle poste lo dobbiamo a quelli che scaricano musica in questo modo.
E a chi sostiene che il problema, soprattutto in un periodo come questo, sia il prezzo dei cd?
Io non penso sia vero. Se andiamo a vedere quanto sono aumentate tutte le altre cose, dal caffè alla benzina, rispetto ai dischi, vediamo che quest'ultimi non sono così cari. Ma anche volendo prendere per buona questa motivazione, non è che se i jeans costano tanto uno li va a rubare ai grandi magazzini. Si parla tanto di moralizzazione e poi si finisce con l'accettare una cosa che è a tutti gli effetti illegale e non giustificata da nulla.
In tutto questo il fatto che il disco abbia venduto poco sembra il minore dei problemi...
Ci sta che un cd venda meno degli altri, questo non inficia ciò che io sono o la mia carriera. E' nel gioco delle parti che io possa fare un lavoro più o meno gradevole, comunicativo o difficile, questo fa parte da sempre del percorso di ogni artista. Nella mia vita farò sempre i dischi come mi verrà e piacerà di farli: non li realizzo per venderli, ma prima di tutto perché è il mio modo di comunicare.
Visto che quello della pirateria è un problema con ogni probabilità ineliminabile, hai un'idea su come ci si possa convivere e limitarlo?
Lo scenario sta cambiando e questo è indubitabile. Probabilmente finirà il concetto di album e gli artisti finiranno con il mettere in Rete anche due o tre canzoni senza il bisogno di realizzare un cd completo. In futuro potrebbero esserci nuovi canali di distribuzione, associarsi a sponsor. In questo momento ogni ipotesi potrebbe essere buona ma la ricetta giusta ancora non c'è. Sicuramente succederà qualcosa, perché la gente continuerà a scrivere musica. Dubito però che possa accadere qualcosa con i nuovi artisti, che da tutto questo sono i veri penalizzati.