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Annalisa passi da autrice: "Nelle mie canzoni adesso c'è la vera me stessa"

La cantante ha presentato a Sanremo "Il diluvio universale", brano che anticipa lʼalbum "Se avessi un cuore", in uscita il 15 aprile e che la vede coinvolta completamente fase di scrittura

Annalisa passi da autrice:
ufficio-stampa

L'appuntamento per l'uscita dell'album "Se avessi un cuore" è per il 15 aprile.

E subito dopo arriveranno due date di anteprima del tour, il 17 maggio al Teatro Nazionale di Milano e il 19 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Ma intanto Annalisa si gode i risultati de "Il diluvio universale", il brano presentato a Sanremo. "Nel nuovo lavoro mi sono messa in gioco come autrice - dice a Tgcom24 -. Voglio raccontarmi per quella che è la verità".

Annalisa passi da autrice: "Nelle mie canzoni adesso cʼè la vera me stessa"

La canzone è il singolo più ascoltato su Spotify mentre il video, diretto da Gaetano Morbioli, è al n.1 della classifica di iTunes, oltre ad aver raggiunto quasi 900mila visualizzazioni. "Il diluvio universale" ha offerto l'ennesimo lato inedito della cantante ligure: più matura, sofisticata e sempre più impegnata in prima persona anche come autrice. Rispetto a "Una finestra tra le stelle", il brano presentato a Sanremo 2015, una decisa sterzata stilistica. "Sì però c'è anche una certa continuità - precisa lei -. Il disco 'Splende', uscito l'anno scorso, è stato un momento importantissimo. Lo ho amato molto e lo amo tutt'ora. Per quanto mi riguarda è stato un disco di passaggio, e come tale fondamentale. Anche 'Una finestra tra le stelle' mi ha dato la possibilità di arrivare a questo punto e presentare 'Il diluvio universale'. Era necessario fare tutti i passi, un gradino dopo l'altro. C'è un momento per ogni cosa".

Negli ultimi lavori hai fatto un percorso di progressivo avvicinamento alla scrittura. Con questo album sembri averlo completato...
Sì, nel nuovo disco sono stata coinvolta totalmente. Già in 'Splende' avevo ampliato il mio raggio d'azione ma questa volta ho scritto tutto il disco, pur in collaborazione con altri autori, con i quali ho condiviso e realizzato l'interezza dell'album. Per questo sono molto contenta ma anche emozionata in vista della sua uscita.

"Se avessi un cuore" è un titolo che fa pensare. Ce lo spieghi?
E' sicuramente un titolo provocatorio dietro il quale si nasconde un concetto importante. Non è un'affermazione ma un invito a chi legge a porsi quella domanda ogni volta che si fa qualcosa. Il cuore è solo un simbolo. Quando ti confronti con gli altri, prendi una decisione piuttosto che un'altra, ti rendi conto che la percezione che gli altri hanno di te non è la stessa che hai di te stesso. Questa separazione per me è sempre stato un po' un cruccio. Io ci penso tantissimo. E da qui il titolo.

Temi di non essere capita per quello che sei veramente?
In fondo questo è il tema centrale della mia scrittura: raccontarsi per quella che è la verità e non per un qualche modo che a te sembra giusto ma che poi fa arrivare un'altra cosa. Il fraintendimento mi ha sempre spaventato molto.

E come si può evitarlo?

Il tentativo è quello di fare attenzione, provare a guardarsi molto dall'esterno piuttosto che fare le cose senza pensare. E cercare di essere onesti. A volte essere onesti con se stessi è la cosa più difficile.

Ti sei rivelata al grande pubblico con "Amici". Un talent è spesso una situazione in cui si rischia di essere "fraintesi". In cosa sei cambiata da allora?
Sono cresciuta. La consapevolezza è importante e non ce l'hai da subito. E quindi vieni percepito anche in un altro modo. Poi riesci a sfruttare i mezzi di comunicazione nel modo giusto invece di tirarti indietro e averne paura. Io all'epoca ritenevo importante la musica e non capivo perché si dovesse parlare. Facciamola! Poi crescendo ti rendi conto invece che è importantissimo.

"Il diluvio universale" non è un brano semplice o immediato. Cosa vorresti che non sfuggisse al pubblico?

Io vorrei che il pubblico si emozionasse. Perché è una canzone alla quale tengo in maniera particolare e che ho scritto insieme a Calvetti. Il tentativo era quello dare una definizione dell'amore, sapendo che è impossibile. E' stato bello osservare cosa è diventato questo tentativo: un flusso di coscienza, una sequenza di ricordi anche lontani tra loro. Sono cose che mi sono rimaste impresse, foto fatte con gli occhi che sono rimaste nella testa in modo indelebile. Da qui il diluvio universale, che è un diluvio di parole ed emozioni.