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"Musica Ribelle", le canzoni di Finardi per un'opera rock che racconta un'epoca

Debutta al Teatro Nuovo di Milano il 29 settembre lo spettacolo di Emanuele Gamba che coniuga prosa e musica rock

ufficio-stampa

"Aspettatevi l'inaspettato", così Eugenio Finardi commenta "Musica Ribelle - La Forza dell'Amore”, opera rock, in scena dal 29 settembre all'8 ottobre al Teatro Nuovo di Milano, che proprio dalle canzoni dell'artista prende ispirazione.

"Uno spettacolo coraggioso", lo definisce Pietro Contorno, che ne è l'ideatore: "Un musical che nasce da una canzone per raccontare e attraversare un'epoca, gli anni Settanta, fino ai giorni nostri". Alla regia c'è Emanuele Gamba, in scena "un cast ribelle", formato da Federico Marignetti, Massimo Olcese e Mimosa Campironi.

"La proposta di Pietro (Contorno, ndr) mi ha lusingato", racconta Finardi, che dello spettacolo ha supervisionato gli arrangiamenti ora rock, ora elettronici di classici come 'La radio', 'Extraterrestre' e 'Musica Ribelle'. "Mi è arrivata mentre riscoprivo i nastri originali dei miei primi dischi", aggiunge il cantautore, che ha recentemente ripubblicato gli album del suo esordio: "Quello era un documento di com'ero allora, questa è una visione di come la mia generazione è stata percepita. E' come Pietro vede Eugenio...".

E Finardi ci tiene a sottolinearlo: "Non è una mia biografia, e nemmeno una celebrazione, non ci sono atteggiamenti predicatori. Noi sognavamo di cambiare il mondo prima che questo cambiasse noi, oggi i giovani devono cambiare loro stessi prima che il mondo letteralmente gli cambi sotto i piedi: sono due prospettive simmetriche, ci sono molti paralleli".

La trama si svolge a Milano, in un vecchio scantinato da tempo in disuso che viene affittato da una street gang di giovani rapper, graffittari, dj per preparare un rave notturno, ma la stessa cantina nel '73 era il covo di un collettivo, la sua sala prove, la sua stamperia, la sua radio libera. "Credo che l'idea narrativa, ovvero il ritrovamento di un diario degli anni '70 da parte di alcuni giovani dei giorni nostri, sia geniale. C'è l'anima dello spettacolo, l'incontro di generazioni", racconta Federico Marignetti, che interpreta il protagonista, Vento, ribelle che vive nel pieno di un periodo di contestazione e rivoluzione ma è allergico all'ortodossia. Le vicende dei due collettivi vengono infatti osservate su un doppio binario temporale, in un intreccio di storie con molte similitudini. Due generazioni a confronto quindi, che corrono in parallelo e che per un curioso gioco del destino si ritrovano nello stesso luogo a vivere la musica, le storie d'amore, di radio libere, di sogni, delusioni e fughe e per le quali "Musica Ribelle" rappresenta non solo una canzone, bensì un modo di essere, un atteggiamento, uno spirito.

Il fermento politico e culturale degli anni '70 e le sfide del presente dialogano sulle note delle canzoni di Eugenio Finardi su un canovaccio che regala la testimonianza di un modo di pensare di un'epoca. "Questo spettacolo ci permette di riflettere sul nostro futuro per constatare, che il germe della ribellione è ancora dentro di noi", dice Mimosa Campironi, a cui è affidato il difficile compito di interpretare la protagonista femminile di oggi e quella degli anni '70: "Quel germe è la forza dell'amore".

Uno spettacolo emozionante, schietto, crudo, eseguito da un cast di grandissimo talento e da un gruppo di musicisti, anch'essi attori, che suonano dal vivo, tra sonorità che vanno da quelle rock-prog originarie degli anni '70, a sconfinamenti d'n'b, techno, ma anche ballate e medley del primo decennio della carriera del più “ribelle” cantautore italiano. Il tutto con la direzione musicale di Stefano Brondi e sul testo di Francesco Niccolini, per un'opera rock nello spirito prima ancora che nello stile.